UDINE. La corsa dei contagi e l’arrivo annunciato della variante Omicron rendono preoccupante il quadro della pandemia anche in regione, dove la scorsa settimana (da lunedì a domenica) i nuovi positivi hanno toccato quota 4.823, raggiungendo un livello analogo a quelli dello stesso periodo dello scorso anno (quando furono 5.102).
Nonostante i vaccini, dunque, il numero dei contagiati è schizzato molto in alto. Ci si potrebbe chiedere cosa sarebbe successo quest’anno se non ci fossero state le immunizzazioni.
«La situazione sarebbe stata disastrosa – sottolinea il professor Vincenzo Della Mea, docente di Informatica medica del dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche dell’università di Udine – . Sicuramente il Governo avrebbe adottato misure di contenimento, con zone arancioni o rosse, visto che già nel 2020 si era capito che quelle gialle avevano una efficacia limitata.
Ma se teoricamente non ci fossero state limitazioni, con il movimento che abbiamo avuto quest’anno e tutte le attività aperte, il livello di contagio sarebbe stato elevatissimo.
A peggiorare la situazione ci sarebbe stata anche la variante Delta, molto più contagiosa di quella in circolazione nel 2020. E a quel punto sarebbe stato necessario il lockdown per porre un freno ai contagi.
Cercare di valutare matematicamente quale sarebbe stata la situazione adesso, a dicembre 2021, senza limitazioni e vaccini è difficile.
Calcolando i numeri attuali dei contagiati e della proporzione esistente fra i positivi non vaccinati e quelli immunizzati potrei dire che oggi avremmo numeri quattro volte superiori a quelli attuali».
Difficile immaginare cosa sarebbe successo negli ospedali, che con numeri del genere sarebbero finiti sotto assedio.
«Sempre procedendo con calcoli a spanne – prosegue il docente – , potrei dire che in questo momento sarebbero ricoverate in terapia intensiva e nelle aree mediche oltre mille persone. Un impatto difficilmente sostenibile, visto che il picco dello scorso anno fu di circa 700 ricoverati».
Tutto ciò è stato evitato e la vita in zona gialla che stiamo conducendo ora è sicuramente frutto della prevenzione che la nostra regione e tutto il Paese sono riusciti a mettere in piedi con le vaccinazioni.
«Ora bisogna cercare di muoverci con grande prudenza nel periodo natalizio – sottolinea il professore – . Le terapie intensive, con i 29 ricoverati attuali, e le aree mediche con 295 pazienti stanno reggendo.
Non dimentichiamoci che lo scorso anno, nelle stesse giornate di dicembre, in Friuli Venezia Giulia c’erano 55 pazienti in terapia intensiva e 602 negli altri reparti».
Molto diversa anche la situazione più delicata, quella delle persone decedute. Lunedì 20 dicembre, come riportato nel bollettino della Regione, i morti per Covid sono stati sette. Il 20 dicembre 2020 se ne contavano 21.
Infine, in isolamento c’erano 12.605 persone, mentre oggi sono 7.856. —
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