CALUSO
Dopo la scoperta e la sistemazione, l’antico pozzo del rione Riva, di origine medievale, situato nel tratto finale di via Garibaldi all’altezza dell’incrocio con via Vittorio Veneto, torna ad essere dimenticato.
Anzi ci sono spesso auto che incuranti del valore storico ci posteggiano vicino. E magari pure sopra se il Comune non avesse provveduto a sistemare una fioriera che, in pratica, funge da dissuasore. I cantonieri hanno collocato anche una transenna con il cartello di divieto che però qualcuno ha spostato, come documenta una foto scattata lo scorso martedì intorno all’ora di pranzo.
Di certo costoro non si sono presi la briga di leggere la storia del pozzo, riassunta in un totem messo a fianco della zona transennata. Ora si è pronti a multare chi non rispetta l’area inibita al posteggio.
Tuttavia meglio avrebbe fatto il Comune a valorizzare la scoperta fatta l’anno scorso durante dei lavori di scavo eseguiti dalla Smat.
Invece si è limitato a pavimentare con cubetti di porfido e pietre di fiume, la zona e a collocare il totem. Almeno si sarebbe potuto installare una piccola vetrata da cui si poteva vedere il fondo del pozzo. E meglio ancora ricostruirlo per avere una testimonianza storica. «Eravamo a conoscenza dell’esistenza di un pozzo in quella zona – argomenta la sindaca Maria Rosa Cena – ma era stato coperto almeno 70 anni fa. Si tratta di un ritrovamento che avremmo sicuramente valorizzato: purtroppo da una video ispezione si era scoperto che le pareti in muratura del pozzo, profondo 18 metri e con un diametro di un metro e mezzo, non erano stabili. Anzi rischiavano di franare. Impensabile quindi un suo recupero funzionale».
Del pozzo non si conosce la datazione esatta ma con ogni probabilità ha origini medievali ed è ricordato come il pozzo di San Antonino: l’acqua veniva prelevata con il secchiello attaccato ad una corda. Si ipotizza che già agli inizi del XIX fosse stata posizionata sul pozzo una struttura con una ruota a manovella per facilitare la risalita dei secchi pieni. Poi con la costruzione dell’acquedotto municipale e della rete di distribuzione in tutte le case anche i pozzi principali persero d’importanza, e la maggioranza di essi scomparve.
A Caluso, famosa per essere una terra ricca di acque, intorno al 1766, ognuno dei cinque storici rioni (Freta, Riva, Rosario, Pescarolo e Rua) aveva un pozzo che serviva da approvvigionamento d’acqua per le famiglie della zona con un uso pubblico. Altri invece erano privati. Quello di Riva è l’unico ad essere stato riscoperto: fu infatti utilizzato molto a lungo, prima come pozzo e poi come fontanella. In seguito venne del tutto ricoperto. Il fatto di trovarsi in una piazzetta l’aveva poi messo al centro dei festeggiamenti organizzati dal rione per celebrare il patrono San Antonino. Una tradizione continuata negli anni anche se solo con la memoria del pus’d’an Riva. —
