Si intitola “Sergio Zanni. Volumi narrati” la mostra inaugurata ieri al Pac di Ferrara, visitabile da oggi al 6 marzo 2022. Vittorio Sgarbi, critico e presidente di Ferrara Arte, ha definito Zanni «esploratore del sogno». Poi ha aggiunto: «La nostalgia ed il ritorno alla mia città non come perversione dell’oblio ma come l’incontro con questo evento che dà onore ad uno fra i più importanti fra gli artisti di Ferrara, mi riporta con commozione alla mia adolescenza quando qui era particolarmente attivo un gruppo di artisti prevalentemente di sinistra tra cui vi era Zanni».
IL PERCORSO
L’obiettivo di Ferrara Arte è ripercorrere artisti ferraresi come Previati, Crema, Minervi e Mantovani. «È sempre una grande emozione parlarne, come davanti a questa bella mostra che mi auguro sarà visitata dalle scuole e che quando si chiuderà nel prossimo mese di marzo, sarà come interrompere un sogno». Definito Zanni come una tartaruga nel suo guscio per il carattere schivo che lo caratterizza, Sgarbi ha ricordato i molteplici consensi che ha ricevuto durante il suo percorso artistico facendone una figura internazionale. I suoi deserti infatti sono realtà immaginarie che lui non ha mai visto e verso i quali vanno i suoi “esploratori” senza però muoversi mai da qui, ma con un senso di infinito e di metafisico tipico della realtà locale. «I viandanti di Zanni – ha poi concluso – inquieti e sognatori partono per esplorare mondi che non vedranno mai». Sempre di poche parole Sergio Zanni si è posto alcune domande che ha ritenuto potessero essergli rivolte e si è dato le risposte. «La mia è una prospettiva che può non essere quella giusta – ha esordito – ma nelle mie opere c’è un filo conduttore che le tiene legate. Questi miei lavori vogliono sottolineare che siamo in una fase di cambiamento antropologico, una fase che perciò chiamerei transumana. Le mie sculture sono degli orfanelli di quello che hanno perduto in particolare della misura umana del vivere, specie oggi quando la tecnologia ha preso il posto di Dio invocato nel tempo passato».
la visita di avati
La mostra più bella dell’anno, secondo l’assessore Marco Gulinelli, inaugura la riapertura del Pac sottolineata circa un mese fa dalla visita di Pupi Avati al laboratorio di Zanni dove si commosse. «Il suo commento – ha ricordato Gulinelli – fu: “Con queste opere, il tempo fra passato e futuro si fa visibile”. Con questa rassegna Ferrara torna ad essere capitale della cultura». Sergio Zanni è nato nel 1942. Dopo l’accademia nel 1973 apre la sua prima personale ai Diamanti seguita da tantissimi altri momenti espositivi. Molti degli inconfondibili personaggi che popolano il suo poliedrico immaginifico mondo, sono figure concrete che si impongono nello spazio per raccontarci la loro storia.
Aperta dal martedì alla domenica (10-18). Chiusa il 25 dicembre, aperta il 26, 3 e 6 gennaio. Sabato 1 gennaio aperto ore 14-18.
Margherita Goberti
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