Incontriamo Simone Moro prima della presentazione milanese del suo nuovo libro A ogni passo. Le storie di montagna e di vita che racconto a mio figlio (Rizzoli) in un'assolata giornata di fine novembre. Qualche giorno dopo Simone sarebbe partito per il Nepal per il percorso di preparazione che lo porterà ad affrontare il Manaslu, ancora una volta, tra gennaio e febbraio.
Sulla ottava montagna più alta del mondo (8163m) Moro ci è già passato ben tre volte, senza mai riuscire a conquistare la vetta per condizioni meteo avverse. Dopo il primo tentativo del 2015/16 - insieme a Tamara Lunger, del 2018/19 con il nepalese Pemba Gelje Sherpa e il terzo del 2020/21 con il basco Alex Txicon. Non c'è tre senza quattro.
«Il Manaslu non è un'ossessione, ma è un quinto cerchio che vorrei chiudere: il mio 5° ottomila in inverno. Così avrei raggiunto la mia ipotetica Olimpiade dell'alpinismo», ci spiega un sorridente Simone, che strizza l'occhio a un possibilità, quella di smettere con le spedizioni invernali, lui che ad oggi detiene il record di maggior numero di ascensioni in prima invernale sugli Ottomila (Pangma, 2005; Makalu. 2009; Gasherbrum II, 2011 e Nanga Parbat, 2016).
I precedenti 3 tentavi falliti
Le spedizioni del 2015, 2018 e 2020 fallirono a causa della quantità di neve caduta in pochi giorni che rese la scalata impossibile. Nel 2015, dopo 51 giorni di snervante attesa che le condizioni migliorassero, Simone, esausto, scrisse: «Una spedizione non è mai solo una pura performance, una scalata fatta col cuore in gola. E’ spesso un gioco di pazienza e di nervi e penso che Tamara e io abbiamo davvero fatto di tutto per dare tempo al tempo e alla montagna di coprirsi di neve e farsi spazzare dal vento. Dopo aver perso tantissimo materiale alpinistico e passato ore, giornate intere a spalare, questa avventura è semplicemente rimandata». Difficoltà, incontrate anche dopo, che non hanno scoraggiato Simone Moro.
Il 4° tentativo che verrà
Anche per questa quarta spedizione al Manaslu, Simone Moro non sarà solo: i suoi compagni di scalata saranno Abiral Rai, guida UAIGM, fotografo e pilota di drone, e, di nuovo, il compagno della terza spedizione Alex Txicon. Insieme ai due ci doveva essere anche Sajid Alì Sadpara, figlio dell’alpinista Alì Sadpara che era salito in vetta al Nanga Parbat insieme a Simone e ad Alex nel 2016 e che ha perso la vita quest’anno durante la maledetta spedizione invernale sul K2, ma che in seguito ad un forte esaurimento nervoso, è stato ricoverato, come ci spiega Simone: «Sajid ha avuto un ruolo determinante nel recuperare il corpo del padre sul K2. E qualche tempo dopo ha avuto un burnout mentale mentre si stava avvicinando al campo base dell'Everest. Ha bisogno di essere curato, dopo tutto quello che ha passato. E' una brutta storia che ci insegna quanto può essere crudele la montagna», ci spiega Simone, a cui chiedo se aveva pensato di poter coinvolgere Tamara Lunger per un'ipotetica seconda volta insieme sul Manaslu. «Non ho invitato Tamara, perché porta ancora i segni della tragedia sul K2 dove ha visto morire più di una persona e una tra le sue braccia. Tamara - rimanendo fortissima - è ancora mentalmente fragile. Sta camminando con le sue gambe e affrontando i suoi demoni interiori».
Il nuovo libro di Simone Moro
Nato dopo il primo lockdown, in A ogni passo. Le storie di montagna e di vita che racconto a mio figlio, Simone ha raccolto le storie condivise con il figlio Jonas, riguardo alle sue prime avventure in montagna, a partire dai boschi e le alture vicino a casa, sulle Orobie bergamasche e in Valtellina. «Parlando e ascoltandoci, mi è venuta l'idea di scrivere un libro per ragazzi. Penso che i ragazzi di oggi sono più spettatori inconsapevoli, che protagonisti del loro presente. Messi di fronte ad un gran numero di intrattenimenti virtuali, scelgono di essere spettatori di quello che viene dato loro. E non hanno più bisogno di sognare, perché hanno già tutto. Ecco perché c'è bisogno di ricominciare a sognare ed essere protagonisti del proprio intrattenimento, fallire, sbagliare avere voglia di graffiarsi e cadere. Così ho fatto un libro che racconta come ho fatto io a diventare grande. Un libro dedicato ai ragazzi, ma non solo».
In questo libro Moro regala ai ragazzi un sogno concreto: andare in montagna, scoprire l’alpinismo è un’avventura unica, di meraviglia e stupore, ma va anche affrontata con le competenze e gli strumenti giusti. Ed è per questo che, alla magia e alla saggezza dei suoi racconti, Simone aggiunge una serie di utili schede di consigli pratici. Perché i sogni si realizzano prima con i giusti consigli.
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