FELTRE. Oltre 85 mila euro provenienti da fondi governativi da destinare alle famiglie in difficoltà causa Covid, al fine di sostenere il pagamento della Tari e delle mense scolastiche. La giunta del comune di Feltre ha deliberato questa nuova opportunità solidale, a favore di quei nuclei danneggiati dalla pandemia in maniera diretta dal punto di vista economico. Erano arrivate circa 750 richieste di supporto per le due tranche di buoni spese nell’ultimo anno e mezzo, alcune delle quali provenienti dai medesimi nuclei. È facile quindi ipotizzare siano poco meno di 700 le famiglie destinatarie del provvedimento.
Una parte del tesoretto, 20 mila per l’esattezza, verranno poi dirottati a quelle associazioni che si occupano della solidarietà alimentare. «Questa è una forma di contributo senza dubbio diversa, rispetto ai buoni spesa».
A spiegarlo è direttamente Giorgia Li Castri. L’assessore alle politiche sociali del comune di Feltre è intervenuta nella conferenza stampa a cui hanno preso parte anche Ilaria De Paoli e Renato Degli Angeli, rispettivamente la responsabile dei servizi sociali e dirigente del settore economico finanziario dell’ente.
«Stavolta infatti abbiamo avuto la possibilità di erogare il contributo non soltanto in forma di sostegno alimentare. Di conseguenza è stata sviluppata l’intenzione di aiutare nel pagamento della Tari 2019 e 2020 e delle mense scolastiche le famiglie già supportate in precedenza a causa del Covid. Questo perché rispetto ad altre utenze sono quelle maggiormente lasciate indietro, per una questione di priorità. D’altronde se dopo un po’ non paghi la bolletta della luce, ti viene staccata. Il comune ha un tempo di accertamento del mancato pagamento più lungo, circa 5 anni. E per evitare ingiunzioni fiscali in futuro, abbiamo deciso di utilizzare a tale scopo questi fondi».
Come detto, c’è anche quella parte dirottata alle associazioni in prima linea sul tema della solidarietà alimentare. Potranno aggiudicarsi la somma attraverso una manifestazione di interesse. «Molte di esse hanno già supportato magari anche altri nuclei famigliari che necessitavano di un supporto, ma magari avevano visto l’esclusione dalla richiesta dei buoni per mancanza di alcuni requisiti. Tra l’altro, non mancano casi in cui le famiglie si rivolgono direttamente proprio alle associazioni».
Ilaria De Paoli snocciola poi alcuni dati relativi alle misure messe in atto per contrastare gli effetti della pandemia. «Erano arrivate due tranche da 109 mila euro ciascuna, destinati ai buoni pasto. La prima ha coperto il periodo da marzo 2020 a luglio 2020, con 446 domande di cui 335 accolte. I soggetti beneficiari erano in prevalenza gli operai senza cassa integrazione, gli operanti nel settore dell’artigianato e gran parte di chi era coinvolto nel mondo della ristorazione. La seconda relativa al periodo dicembre 2020 – giugno 2021 ha preso in carico 287 domande sulle 307 pervenute. Come beneficiari sono rimaste le aree degli operai e della ristorazione, mentre la novità è stato l’inserimento delle persone rimaste disoccupate. Sottolineo come in entrambi i casi è risultato fondamentale l’aiuto fornito dalle aziende locali e dalle associazioni di volontariato».