IVREA
Dopo 74 giri sulla giostra della vita, ha offerto il suo posto alle nuove generazioni. È stata una giostra ricca di emozioni e con un panorama invidiabile, dal mare azzurro della Sicilia alle montagne imbiancate del Piemonte, montagne che ha imparato presto ad amare con la sua esperienza da alpino. Quaranta di questi giri li ha condivisi con i colleghi dell’Olivetti, ricordandoli spesso con affetto.
Così la moglie Maura e i figli Fabio e Nicola hanno annunciato la scomparsa, avvenuta a Torino, lo scorso giovedì 9, di Salvatore Zagami, all’età, appunto di 74 anni, dopo una lunga malattia.
La notizia si è in breve diffusa in tutto il Canavese e ha destato viva commozione, essendo Salvatore Zagami una persona molto conosciuta per aver ricoperto il ruolo di direttore delle risorse umane del Gruppo Olivetti Tecnost e per l’impegno decennale quale sindaco di Fiorano Canavese. «Una delle sue caratteristiche più evidenti era la coerenza – ha ricordato il figlio Fabio, durante il funerale svoltosi lo scorso sabato 11 -. Era cresciuto secondo valori cristiani e, a differenza di tanti, predicava bene e razzolava altrettanto bene, qualità, questa, che, insieme ad altre, ne ha fatto un manager e amministratore pubblico molto apprezzato. Professionalmente si è speso molto, con assoluta dedizione, per il Gruppo Olivetti dove ha iniziato e terminato la sua carriera dopo 40 intensi anni. Era un leader naturale, carismatico, che aveva cominciato la sua carriera saldando circuiti elettronici, quindi era stato promosso caporeparto e, passo dopo passo, era divenuto dirigente. Nel suo piccolo, con la sua scomparsa, se n’è andato un altro tassello del Canavese olivettiano dove fare impresa significava anche prendersi cura della comunità, pure quando questo pesava sulla società dal punto di vista finanziario».
Zagami, nella sua vita, si è sempre interessato di politica e ha militato nelle fila del partito repubblicano e nei democratici di sinistra. Profondo cordoglio è stato espresso anche nel gruppo social Grazie Olivetti dove è stato ricordato anche il suo impegno in Autonomia aziendale.
«Un altro modo in cui mio padre servì la comunità – ha continuato poi il figlio Fabio - fu attraverso i suoi due mandati come amministratore pubblico, dal 1999 al 2009, nei quali lavorò gratuitamente, avendo rifiutato i relativi emolumenti. Si profuse davvero per Fiorano. Ricordo le sue battaglie per mettere in sicurezza il paese dopo le alluvioni degli anni 2000, quando, nonostante il suo ruolo istituzionale, organizzò segretamente le manifestazioni della popolazione per ricevere i fondi necessari alla costruzione degli argini oggi visibili intorno al comune».
«Il completamento degli argini – ha concluso il figlio – fu per lui motivo di orgoglio e coronamento della sua carriera di amministratore. Ma anche una sorgente di profonda frustrazione, perché agli argini sarebbe dovuto seguire il canale scolmatore per le acque provenienti dall’altro lato del paese. Così non fu e quella del canale scolmatore rimase una ferita aperta».
In tanti, nei giorni scorsi si sono stretti alla moglie e ai figli nel ricordo dell'amico e del conoscente apprezzato e stimato. La messa di suffragio sarà celebrata nella chiesa parrocchiale di Fiorano, oggi, venerdì 17, alle 17.FRANCO FARNÈ