RIO SALICETO. La storia millenaria della chiesa di San Giorgio Martire è al centro di un magnifico e certosino lavoro dell’artista, ex designer in pensione, e appassionato storico Tienno Tagliavini. Il 72enne non è certo nuovo a opere di tale e tanto impegno: sue sono le ricostruzioni in scala della Correggio del 1685, periodo della sua massima espansione, ora conservata nella torre civica correggese, e della Rio Saliceto del 1889, anno di edificazione del municipio, delle scuole elementari e della nuova canonica.
Il disegno da sempre lo accompagna, quello tecnico ha costituito la sua professione, quello artistico invece la sua passione. Le opere di Tagliavini sono state pubblicate su libri cataloghi, e calendari ed è presente sul Dizionario degli Artisti reggiani di Emanuele Filini nelle due edizioni, 2004 e 2011.
Dal 772, anno in cui compare una prima parziale mappa del territorio di Rio Saliceto in un atto di Desiderio, ultimo re dei Longobardi, al 1092 “in cui per la prima volta appare in un documento il nome di Rio quale possesso della chiesa di Reggio”, passando al 1682 quando “si dà inizio alla costruzione di una nuova chiesa parrocchiale”, e via via fino al 1879 quando “nel dì di San Giorgio Martire, mercoledì 23 aprile”, la chiesa viene consacrata. È così che, tra date ed eventi, riproduzioni di mappe antiche, ricavate dagli archivi durante lunghe ricerche, e disegni in scala dell’edificio e piantine – ma anche la riproduzione della Madonna con il bambino e i santi Giorgio e Giovannino “ritenuta dagli estensi opera del Correggio” di cui sull’altare maggiore ora c’è una copia –, tutto meticolosamente realizzato a mano su carta lucida e china, prende vita, grazie all’abilità di Tagliavini, “La storia millenaria della chiesa di San Giorgio in Rio”: un “disegno” 70 centimetri per 1 metro.
«Penne a china ricaricabili su foglio da lucido praticamente la vecchia tecnica del disegnatore meccanico che da almeno 30 anni non si usa più», spiega Tagliavini, di nascita correggese ma residente da decenni a Rio Saliceto, che racconta la genesi di questo lavoro. «Durante le mie ricerche in un libro storico trovai il progetto attuale della chiesa – dice – costruita sulla vecchia, della quale avevo già raccolto diverse informazioni, recandomi anche all’archivio Vescovile. Dopo anni ho ripreso a mano tutto il materiale e ho voluto cercare di dargli una forma unitaria». Il risultato non può che suscitare ammirazione e meraviglia.
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