CIVIDALE. Un viaggio nella memoria, alla riscoperta di un sito fortemente identitario e della vita che scorreva al suo interno: questo è “Dal silenzio, storie”, preziosa pubblicazione che fissa sulla carta testimonianze, immagini, scorci di quotidianità del monastero delle madri Orsoline, oggi fulcro della proposta artistica e culturale della Cividale Unesco e fino al’99, invece, luogo di preghiera e di istruzione.
Il libro – che sarà presentato venerdì 17 dicembre alle 17.30 nel salone del Centro San Francesco – è il frutto di una proficua collaborazione tra l’ufficio cultura del Comune e la Somsi cittadina, il cui impegno ha permesso di ricostruire una lunga pagina di vissuto locale. E l’intreccio fra la dimensione della comunità religiosa che popolava l’ex convento e quella di tante generazioni di giovani allieve (l’esperienza scolastica durò 155 anni) pone in netta evidenza il ruolo giocato dalle Orsoline anche nella crescita sociale e culturale di Cividale.
All’accurata descrizione degli ambienti del monastero si affianca una lunga intervista a madre Letizia Usai, l’ultima in vita fra le Orsoline che risiedettero in Santa Maria in Valle. All’ex allieva Maria Cristina Novelli, oggi presidente della Somsi, la suora ha raccontato in un dialogo denso di aneddoti com’erano organizzate le giornate nel convento: ecco così scorci sulle regole dell’Ordine, la cura degli orti, l’allevamento di galline e maiali, la raccolta di frutta, la cucina, il bucato; e poi i preparativi per le grandi festività, a cominciare dal Natale, quando veniva allestito il celebre e raffinatissimo presepe, tutt’oggi in mostra. «Parole che immortalano momenti di gioia e anche di dolore, ma che soprattutto attestano – sottolinea Novelli – la grande dedizione delle madri verso allieve ed educande».
Una galleria di ritratti delle Orsoline e delle insegnanti, arricchita da foto d’epoca donate alla Somsi dal Comitato ex allieve, evoca più di un secolo e mezzo di impegno formativo (la prima scuola fu istituita nel 1844), che garantì a migliaia di ragazze il diritto all’istruzione e alla conoscenza e dunque, nei fatti, la possibilità di emanciparsi. «Oggi diamo per scontate troppe cose – osserva la presidente della Somsi –: non dobbiamo dimenticare quanto per le donne era difficile, fino ad alcune generazioni fa, accedere a un’educazione completa, specialmente quando le condizioni economiche delle famiglie erano modeste. Il censimento del 1871 attesta che nel Comune di Cividale solo otto donne su 100 abitanti sapevano scrivere. Ottant’anni dopo, nel 1951, nonostante il miglioramento del livello economico-sociale il 15,5% delle donne del Friuli Venezia Giulia era ancora analfabeta e privo di titolo di studio». Migliaia le giovani che hanno frequentato le scuole dalle Orsoline: nelle schede allegate al libro sono riportati i loro nomi, assieme a quelli di presidi e insegnanti.
«Un lavoro davvero importante, che ricompone un frastagliato microcosmo femminile» commenta la consigliera delegata alla cultura Angela Zappulla, rivolgendo un ringraziamento alle madri Orsoline «che hanno dedicato la loro esistenza – sottolinea – alle giovani del Cividalese, preparandole alla vita in un luogo rimasto scolpito nei cuori».