TRIESTE Volotea, dal 10 gennaio al 26 marzo, non volerà su Napoli. Ma, con tre voli Ryanair sulla stessa destinazione e un quadro complessivo sul domestico che regge, la preoccupazione di Trieste Airport riguarda i collegamenti internazionali. Le nuove restrizioni, con tanto di tampone per i vaccinati a ciclo completo, non aiutano. Tanto che l’amministratore delegato dello scalo regionale Marco Consalvo non nasconde il rischio di offerta ridotta subito dopo l’Epifania. «Siamo tornati sulle montagne russe», riassume l’ad.
Da gennaio a fine agosto Trieste Airport aveva recuperato il 34,5% del traffico perso sullo stesso periodo del 2019: il miglior dato del Nordest. Con quella premessa, si riteneva di poter ritornare ai livelli pre pandemia già entro il 2022. Ma la quarta ondata del coronavirus ha di nuovo riempito il futuro di punti interrogativi. Secondo le statistiche di Assaeroporti, da gennaio a ottobre sono transitati su Ronchi 265mila passeggeri, il 41,8% in più dei primi dieci mesi del 2020, a fronte di un +26,3% del sistema nazionale, con Verona al +19,3%, Venezia al +1,2%, Treviso (a lungo chiuso durante il primo anno dell’emergenza) al +88,3%.
Ma, evidentemente, il confronto va fatto sul 2019. E la previsione di Consalvo è che il 2021 si chiuderà con circa 350 mila passeggeri, -55% rispetto a due anni fa. Dopo di che, appunto, il 2022 si aprirà con le incognite imposte dalla variante Omicron e dalle conseguenti misure restrittive.
Al momento l’offerta invernale pare essere assicurata per i voli domestici. Con la sola eccezione del doppio collegamento di Volotea su Napoli, che verrà interrotto dal 10 gennaio a fine marzo, quando però Ryanair incrementerà le tratte sulla destinazione campana da 3 a 5 a settimana. Il resto non cambia. Lo scalo del Fvg, con la nuova compagnia di bandiera Ita, manterrà i due voli giornalieri su Roma (con l’Airbus 319 da 144 posti che dal 15 ottobre ha sostituito l’Embrer 175 da 88 posti, da fine marzo si salirà a tre voli al giorno) così come si continuerà, sempre fino a fine marzo 2022, con Ryanair, oltre che su Napoli, su Palermo, Bari, Cagliari (tutti con due collegamenti settimanali) e Catania (con tre). «Nonostante le incertezze – fa sapere Consalvo –, si va dai riempimenti di Ryanair, attorno al 75%, a quelli comunque più che buoni del Roma, al 65%. Parlando con Ita, emerge che è una delle tratte che sta funzionando meglio in un contesto che rimane difficilissimo».
Scenario molto più oscuro, invece, sull’internazionale. La situazione meno favorevole è quella su Francoforte, con Lufthansa che ha otto voli a settimana su Ronchi, ma viaggia intorno al 50%, ed è ovviamente troppo poco. Quanto al Londra e al Bruxelles, con il Covid che purtroppo comanda, negli ultimi giorni si è scesi al 30-40% di riempimento. Vanno un po’ meglio il Valencia e il Malta, che stanno tra il 60 e il 65%. «Fino all’Epifania non ci saranno sorprese – chiarisce l’amministratore delegato -, ma dal 7 gennaio fino a fine marzo alcuni voli internazionali qualche rischio lo corrono».
Tutto dipende dal trend della pandemia. Ma Consalvo ci tiene ad assicurare la stabilità della società. Le previsioni sono di un margine operativo lordo 2021 intorno a 1,5 milioni di euro e una perduta contenuta a mezzo milione, senza però ripercussioni sulla forza lavoro. «Il personale per noi è essenziale e non ci sono ipotesi di esuberi. Abbiamo inoltre la Cigs che vale fino a marzo e pure sei mesi di ulteriori ammortizzatori nel caso in cui le cose peggiorassero».