GORIZIA Alessandro Maran fa un passo indietro. Basta. «Vonde monadis», sillaba in perfetto friulano. Ha ritirato la sua disponibilità a candidare alla carica di sindaco. Non ci sono le condizioni. Grazie, arrivederci.
Nell’annunciarlo fa anche una rapida cronistoria, liberandosi le scarpe da più di qualche sassolino. «All’inizio dell’estate, sollecitato da più parti, mi sono detto disponibile a sfidare Rodolfo Ziberna. Arrivati a dicembre, prendo atto che attorno alla mia candidatura non è possibile costruire, come sarebbe urgente e necessario, una coalizione ampia tra forze sociali e politiche in grado di imprimere la svolta di cui la città ha estremo bisogno. Pertanto, come avevo annunciato, visto che non ci sono le condizioni, ritiro la mia disponibilità a candidarmi». L’aveva già detto qualche settimana fa: se il suo nome era il problema, avrebbe tranquillamente lasciato il campo libero. Senza problemi. Amici come prima.
«Situazione deprimente»
Il suo annuncio, oggi, è netto e diretto. Senza troppi giri di parole. Subito, passa alle motivazioni che lo hanno portato a formalizzare il suo passo indietro. «Constatare che a pochi mesi dal voto, di fronte al naufragio della giunta Ziberna, in campo non ci siano ancora un leader e una coalizione in grado di proporsi come alternativa alla penosa situazione attuale è, ovviamente, assai deprimente. Non è un mistero per nessuno che finché gli avversari del centrodestra proseguiranno su questo spartito, Ziberna può stare tranquillo. Con una opposizione debole e divisa, che si muove in ordine sparso, il centrodestra avrà gioco facile a sostenere che, sì, la giunta in carica non sarà granché, ma alle viste non c’è un’alternativa di governo credibile».
Maran, insomma, non la vede per nulla positivamente. Dal suo punto di vista, l’attuale sindaco e la sua squadra “rischiano” di tornare a vincere non perché meritino la riconferma ma perché, dall’altra parte, non c’è un’alternativa credibile e compatta che si propone al giudizio dell’elettorato. «Qual è il problema? Il programma, cioè le cose da fare? Neanche per sogno. Se si tratta addirittura, com’è stato detto e scritto in modo enfatico, di “salvare” la città, è quello il programma. E se quello è il programma, neppure il perimetro della coalizione dovrebbe essere un problema. Anzi - attacca Maran - dovremmo fare appello a tutti i goriziani che, di fronte alla grave situazione in cui versa la città, sentono il dovere di collaborare, senza pregiudizi né preconcetti, per determinare un’inversione di tendenza oggi più che mai necessaria».
Fra le righe, ma nemmeno troppo, emerge nel Maran-pensiero il fatto che (nella casa del centrosinistra, chiamiamolo, allargato) non c’è sintesi, ognuno va per la sua strada e risulta difficile pensare a un Pd che riesca a trovare la quadratura del cerchio con la coalizione delle civiche, la quale ha rivendicato una verginità politica («Non siamo né di destra, né di sinistra, né di centro») a cui è difficile credere.
«Lo sforzo straordinario»
Aggiunge l’ex parlamentare: «Per rilanciare la città c’è bisogno di uno sforzo straordinario e di una coalizione politica in grado di proporsi e di sollecitare questo sforzo collettivo, molto al di là dei vecchi steccati politici e ideologici. Serviranno, inoltre, anche in vista del 2025, una grande capacità di innovazione e la disponibilità a mandare in soffitta vecchi ruoli e vecchi stereotipi», il suo messaggio chiaro e forte che, sino ad oggi, deve essere caduto nel vuoto, visto l’annuncio di ritirare la sua disponibilità a candidarsi a sindaco e a sfidare Ziberna alle elezioni comunali del 2022.
«Spetta ai partiti e alle formazioni civiche che hanno a cuore il destino della città unire le forze e trovare un candidato sindaco che metta d’accordo tutti e abbia le capacità necessarie. Natale è alle porte. Perciò, per dirla come va detta, vonde monadis. Datevi una mossa», il suo messaggio.