LIVORNO. Una svolta storica. Maria Sole Ferrieri Caputi, livornese classe 1990 che fa parte della Can C ed è anche arbitra internazionale, è diventata la prima donna di sempre ad arbitrare una squadra di Serie A dirigendo la sfida dei sedicesimi di Coppa Italia della Sardegna Arena tra Cagliari e Cittadella. Sempre vicina all'azione, ha fischiato poco, ma bene e al suo "esordio" non ha risparmiato nessuno: tre cartellini gialli e tre gol annullati, uno con grazie alla correzione del Var.
Nella vita fa la ricercatrice alla fondazione Adapt ed è dottoranda all'Università di Bergamo e aveva già diretto il Cittadella lo scorso ottobre in Serie B contro la Spal, diventando il quarto arbitro donna di sempre sui campi del primo campionato professionistico italiano. «Non posso che essere orgoglioso di Maria Sole perché rappresenta la crescita di un forte movimento, quello femminile, che sta realizzando un sogno di civiltà, con applicazione, impegno e passione»,. ha detto il presidente dell'Aia, Alfredo Trentalange.
Maria Sole, dopo una lunga gavertta nelle categorie minori, aveva debuttato in ottobre in serie B nel match tra Cittadella e Spal, seconda donna ad arrivare in Serie B, dopo la campana Maria Marotta. Per lei la carriera arbitrale è iniziata a 16 anni, sul finire del 2006, quando sul motorino vide uno dei mille volantini che la sezione lascia in giro per la città durante il periodo delle nuove iscrizioni. Magari lo raccolse fuori dal Liceo Scientifico Enriques che frequentava al tempo e dove si è diplomata un paio di anni dopo. Ed è stato sicuramente amore a prima vista. Dopo un poco di esperienza nei campi provinciali tra Livorno e dintorni, nel 2009 è passata a livello regionale. Un salto importante che le ha permesso di affacciarsi alle categorie dilettantistiche che ha cominciato a scalare con estrema velocità. Nel 2014 è definitivamente entrata a far parte della Cai, la ex Commissione Interregionale poi diventata Can/D negli anni in cui proprio Maria Sole ne faceva parte. Da lì, nel luglio 2020, all’età di trent’anni, in piena maturità sportiva, il gradino forse più importante. Dal calcio dilettantistico a quello professionistico. Dalla Serie D alla Serie C. E infine il grande debutto di Cagliari.