GRADISCA. «Con il passare delle ore alla rabbia è subentrato un gran senso di vuoto. Ma bisogna guardare al bicchiere mezzo pieno, sarebbe potuta andare molto peggio». A 48 ore dal saccheggio della propria abitazione in viale Trieste, è tangibilmente provato il tono di voce di Franco Bonanno. Il presidente della Pro Gorizia e storico patron dell’Itala San Marco sta cercando di elaborare quanto accaduto assieme alla moglie Alessandra Fornasir, compagna di vita e di professione e già candidata sindaco nella Fortezza, ed alle figlie Lucia e Stefania.
È stata proprio la signora Fornasir a scoprire per prima l’accaduto. «Io stavo parcheggiando l’auto e mia moglie è entrata in casa per prima, trovando tutto a soqquadro – racconta Bonanno –. È difficile descrivere cosa abbiamo provato in quel momento, un senso di impotenza e rabbia che non dimenticherò facilmente». L’abitazione dei coniugi è stata letteralmente svuotata. E a fare più male, come sempre accade in questi casi, non è il danno economico (pure ingente, quantificato in decine di migliaia di euro) ma quello emotivo. I ladri si sono portati via pure qualcosa di inestimabile: oggetti preziosi che ricordavano il piccolo Francesco, il primogenito di famiglia, morto anni fa.
Oltre a sgraffignare un po’ di tutto nelle varie stanze, i malviventi hanno asportato una cassaforte, che ora avranno tentato di aprire aiutandosi con una flex o una fiamma ossidrica. A Gradisca era accaduto anche alcuni anni fa, ai danni della parrocchia. La cassaforte venne ritrovata nella campagna alcune settimane dopo. «Quello che mette disagio è la sensazione di essere stati monitorati – si sfoga Bonanno –. Non era mai accaduto che i nostri tre nuclei familiari fossero fuori contemporaneamente all’ora di cena della domenica. È come se avessero aspettato questo momento, una cosa mirata e portata a termine da professionisti». Dopo la partita della sua Pro Gorizia, l’architetto gradiscano ha infatti raggiunto la famiglia per fare visita a un parente, decidendo di fermarsi fuori a cena. «Mi tormenta un pensiero: che sarebbe potuto accadere se qualcuno di noi si fosse trovato in casa? Se avessimo reagito? Fortunatamente, poi, hanno lasciato stare i nostri cani. Resta l’amarezza che la nostra vita in pochi istanti sia stata violata, quasi come il reset di un computer».
È certo che i malviventi si sono introdotti a casa Bonanno dal retro, sul lato meno illuminato e frequentato di via Lungh’Isonzo, creando un buco nella rete di recinzione che si affaccia su un’altra proprietà attraversata dai ladri. Qualche segnalazione su cui i militari stanno lavorando parlerebbe di un furgone. Su viale Trieste, quasi certamente, c’era invece un palo. «Non so se questa zona sia poco sicura, sono valutazioni che spettano al Comune. Certo la videosorveglianza è importante. Voglio ringraziare l’Arma dei carabinieri per la professionalità e le tante persone che in queste ore ci stanno manifestando la loro vicinanza. Abbiamo avuto parole di conforto anche da tanti sindaci, quelli dei comuni limitrofi. E di questo sono riconoscente...».
