«Mi sono immerso nelle canzoni di altri artisti come un fan, un appassionato di musica… Sono partito da una selezione di 500 brani e poi ne ho scelti 18 che ho inciso praticamente da solo suonando quasi tutti gli strumenti. Inclusa la batteria…». Ha l'aria soddisfatta Zucchero mentre racconta la genesi di Discover, un disco in cui fa sue le note e le parole di importanti artisti italiani e internazionali: da Fabrizio De André (Ho visto Nina volare) a Elisa, da Moby ai Genesis, passando per i Coldplay e Chris Isaak. E poi, ancora, la versione in italiano di due canzoni firmate da Bono e Michael Stipe dei R.E.M. nei mesi del lockdown: Let Your Love Be Known e No Time for Love Like Now. «Ho telefonato a Bono e gli ho chiesto se potevo tradurre il suo pezzo, ispirato in parte agli italiani che cantavano sui balconi di casa nei mesi della pandemia. Appena mi ha dato l'ok, gli ho chiesto di cantarlo con me. Ha accettato» ricorda Zucchero che con il leader degli U2 ha un rapporto di stima e amicizia consolidato da tempo.
«Una volta Luciano Pavarotti, dopo un pranzo a casa sua, mi disse "Ciccio, lo conosci uno che si chiama Bono? Bene, chiamalo e digli di venire a cantare al Pavarotti & Friends a Modena". Alzai il telefono e glielo passai» ricorda prima di addentrarsi nell'infinito album di incontri con i giganti della musica contemporanea: «Oro Incenso & Birra è stato inciso a Bath, in Inghilterra, negli studi di Peter Gabriel. Una mattina, andando verso lo studio, un signore che lanciava pezzi di pane alle papere attirò la mia attenzione. Dopo avergli detto "good morning", realizzai che era Peter, un vero gentleman, un uomo straordinariamente gentile: ogni giorno per colazione si presentava con caffè e uova strapazzate. Aveva da poco acquistato un resort in Sardegna e mi portò un souvenir speciale, un pezzo di formaggio con i vermi. Mi disse che lo adorava...».
Pubblicare un disco di cover è un viaggio nella musica altrui non esente da rischi. Il più grande è distruggere o banalizzare canzoni immortali: «Ci sono pezzi eccezionali come A Song for You di Ray Charles o A Whiter Shade of Pale dei Procul Harum che sono stati rifatti già troppe volte. E poi ci sono perle come Jumpin' Jack Flash dei Rolling Stones interpretata da Aretha Franklin... Mi fa impazzire, ma cercare di rifarla vorrebbe dire farsi molto male...» afferma.
Tra gli highlight del disco, oltre a un'intrigante rilettura di Follow You Follow me dei Genesis, c'è Luce (tramonti a Nord Est) di Elisa, di cui Zucchero è coautore. «Un giorno mi chiama Caterina Caselli: "Vorrei che Elisa andasse a Sanremo e tu sei l'unico che riesce a usare la nostra lingua nelle canzoni senza perdere lo swing anglofono". Luce, nella prima versione, era tutta in inglese, così Elisa venne da me. Non era per niente convinta dell'idea di partecipare al Festival. Le dissi: "Fatti un giro al mare e ci rivediamo tra un paio d'ore". Scrissi il ritornello ("Siamo nella stessa lacrima…") e glielo consegnai poco prima di partire per Sausalito, in California. Un mattino, mentre ero in studio di registrazione, vidi Raffaella Carrà annunciare la vittoria di Luce. Fu una bella sorpresa… Da allora sono rimasto in contatto con Elisa. La stimo profondamente, come persona e artista» confida.
Tra i remake di Discover, a sorpresa, c'è anche Con te partirò di Andrea Bocelli. «Venne a cena a casa mia molto dubbioso sul da farsi. Non era sicuro di voler andare al Festival di Sanremo con quel pezzo. Il suo mondo di riferimento era la lirica... Mi fece sentire la canzone e io subito gli dissi: "Ma stai scherzando? Questo pezzo ha una melodia bellissima e un incredibile respiro internazionale". Al di là degli aneddoti, Con te partirò è una canzone che ho sempre amato, in cui ho creduto. Per questo ho voluto farla mia eliminando tutto il pacchettone orchestrale, trattandola come un semplice brano pop. Le canzoni forti funzionano anche senza arrangiamenti, bastano una voce e un pianoforte. L'arrangiamento e il ritmo sono un vestito elegante, un arricchimento, ma prima deve esserci la sostanza».
Sul fronte live, Zucchero che nel corso della carriera ha suonato nei cinque continenti, in 69 Stati e 628 città, sarà in scena all'Arena di Verona tra aprile e maggio 2022 con 14 date. A seguire, uno show-evento a Berlino (il 29 maggio) con Eric Clapton: «Con Eric non si fanno mai vere prove. Una volta, qualche ora prima di un suo spettacolo allo stadio di Bologna, mi telefonò e senza giri di parole mi disse: "Vieni qui che stasera cantiamo insieme Tearing Us Apart, il mio pezzo che ha interpretato anche Tina Turner". Gli risposi "Ok, vengo, ma dobbiamo provarlo e ho bisogno che sul palco davanti a me ci sia il testo della canzone a caratteri cubitali perché non sono sicuro di ricordarmi tutte le parole". Mi misi in viaggio ascoltando a nastro Tearing Us Apart. Una volta arrivato, scoprii che non c'era il tempo materiale per fare il soundcheck. Eric non si scompose: "Tutto bene, la proviamo in camerino". "Tutto bene un cazzo!" risposi. Poi salii sul palco e andò alla grande. La stessa cosa mi è capitata con gli U2 a Torino. Andai per vedere il concerto e loro mi coinvolsero nel finale in I Still Haven't Found What I'm Looking For. Anche lì la provai in camerino. Da solo mentre loro erano già sul palco...».