I ragazzi, a bordo della corriera, testimoniano dai carabinieri: «Poca visibilità, uno scontro tremendo»
Nonantola. Sono state le pattuglie del Radiomobile dei carabinieri di Modena ad arrivare sul posto. Oltre ai militari, lungo via di Mezzo a Nonantola, anche i mezzi del 118 e dei vigili del fuoco. Gli operatori, quelli sanitari in particolare, non hanno però potuto fare altro che constatare il decesso di Elisaveta Pantea e Rinaldo Bruni.
Una tragedia che ha scosso Nonantola, in particolare chi vive su quella strada: «Ho sentito un rumore, forte – racconta uno dei residenti delle villette agricole che costeggiano il rettilineo – Sembrava il camion dei rifiuti che solitamente viene per raccogliere il vetro. Ho aperto la finestra, ma con tutta quella nebbia era impossibile vedere oltre il mio cancello. C’era comunque già la coda di auto e ho intuito che qualcosa di grave era accaduto».
Già, difficile capire cosa sia realmente successo ieri mattina intorno alle 7. Per questo motivo i carabinieri si sono messi subito al lavoro per i rilevamenti del caso e soprattutto si sono attivati alla ricerca di testimoni. Un aiuto importante potrebbe essere arrivato da alcuni studenti. Da quei ragazzi che quotidianamente lasciano Cento, Ravarino, la stessa La Grande e poi Nonantola per trasferirsi verso i vari Istituti di Modena. Erano sulla “loro” corriera 551 di Tper che transitava proprio da quelle parti. Alcuni di questi giovani hanno quindi fornito la loro versione ai militari presentandosi in caserma per una testimonianza: «Stavamo percorrendo via di Mezzo – spiega uno di loro – eravamo partiti da poche centinaia di metri dalla fermata di La Grande. All’improvviso alcuni di noi hanno visto un’auto che ci superava, poi lo schianto. Un rumore fortissimo. Personalmente non mi ero accorto dello scooter, discorso diverso invece per una ragazza che era seduta poco più avanti di me. Lei ha visto chiaramente l’auto colpire qualcosa. A quel punto l’autista del bus, il così detto “mollone”, è sceso per capire cosa fosse accaduto. Compito non certo facile considerata la nebbia che in quel momento la faceva da padrona. Si è avvicinato all’auto e poi è rientrato sulla corriera che, evidentemente, non poteva rimanere in quel pezzo di strada. Così, ferma, in mezzo a una via tanto trafficata. Intanto altre persone si erano fermate per chiamare i soccorsi considerata la gravità della situazione».
Il ragazzo, rimasto come i coetanei colpito dalla tragedia, racconta: «Non abbiamo avuto il coraggio di scendere a nostra volta. Troppo è stato lo spavento e poi sarebbe stato pericoloso proprio considerata la poca visibilità. Quando siamo ripartita il clima era surreale, tutti noi eravamo sotto choc. Spero che la mia testimonianza possa aiutare le forze dell’ordine a ricostruire quanto accaduto».
Toccherà proprio ai carabinieri ricostruire quale sia effettivamente stata la dinamica che ha portato al drammatico incidente di ieri mattina lungo via di Mezzo tra La Grande e Nonantola.
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