Pontedera: mobilitazione nelle scuole superiori dopo il caos per il rito degli universitari
Pontedera. La giornata delle matricole ha lasciato il segno. Stavolta il rito goliardico del 5 novembre, in cui gli universitari “buttano fuori” gli studenti delle superiori, è sfociato in momenti di tensione. Con tanto di interventi delle forze dell’ordine e denunce da parte dei presidi.
Così se da un lato i dirigenti scolastici hanno cercato di mantenere l’ordine e di far rispettare le regole, dall’altro alcuni studenti non capiscono le rigidità messe in atto. E già si preparano, come si evince dai messaggi che rimbalzano nelle chat e sui social, a proclamare «uno sciopero di massa che duri almeno un paio di giorni».
Condizione indispensabile per dare avvio alla manifestazione è il raggiungimento di una soglia di almeno mille partecipanti.
In rete hanno già iniziato a chiedere le prime adesioni. Non sono d’accordo su come è stata gestita la mattina del “libera tutti”. Giudicano esagerate le reazioni dei loro capi d’istituto. Di fatto però, nonostante le raccomandazioni dei dirigenti scolastici, le prime ore del venerdì sono state un via vai di scorribande, accuse e azioni ai limiti della legalità. In gran parte delle scuole pontederesi, gli studenti sono usciti, coadiuvati dai colleghi più grandi. A nulla è valsa la circolare fatta arrivare ai ragazzi e alle famiglie il giorno precedente dal preside dell’Iti Pier Luigi Robino dove era chiaro che non si autorizzava l’allontanamento dalle lezioni e si richiamava «a mantenere comportamenti corretti».
A niente sono serviti i moniti dei docenti e degli altri dirigenti dei licei Montale e XXV Aprile. E tanto meno sono state seguite le raccomandazioni del preside del Fermi, dove invece si è registrata la situazione più problematica.
Con due intrusioni forzose ad opera di studenti di altri istituti e degli universitari, un cancello uscito dalle guide, parapiglia all’ingresso e rumors che alludono ad eventi, ci tiene a specificarlo proprio il preside Luigi Vittipaldi, non veri. «Denuncerò per diffamazione – scrive infatti Vittipaldi a scanso di equivoci – tutti coloro che affermano che sono stato tratto in arresto per aver picchiato uno o più studenti in quanto è assolutamente privo di fondamento. Come si nota dai video in giro sulle chat dei ragazzi e dal mio, qualunque azione da me messa in atto è stata finalizzata esclusivamente al contenimento dell’accesso abusivo di individui intenti a commettere diversi reati anche in violazione delle norme anti Covid. La scuola da sempre lotta per il rispetto delle regole, soprattutto in questi due anni col Covid, regole che spesso sono disattese da molti, a volte anche da alcuni genitori, pronti a difendere i figli con la scusa che sono “bischerate” oppure che “è una tradizione” . Questa delle matricole non lo è, perché è un reato. Ed io, in qualità di dirigente dello Stato ho il dovere di far rispettare le leggi e i regolamenti e di tutelare i minori che sono sotto la mia responsabilità e custodia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA