L’assessore regionale media. I sindaci di Vittorio Veneto e Pieve: «Riconoscere il nostro ruolo»
CONEGLIANO. E adesso la guerra per le "Porte dell’Unesco"? «È una simpatica competizione», quella tra Conegliano e San Vendemiano, secondo l’assessore regionale al turismo, Federico Caner. «È evidente che Conegliano, come ho sempre sostenuto, è la porta d’ingresso perché ha la stazione ferroviaria, e la mobilità da Venezia e per le Dolomiti si muoverà sempre più in treno».
San Vendemiano, allora? «Chi esce dall’autostrada riceverà ovviamente il benvenuto da San Vendemiano. Ma come si è sempre convenuto – sottolinea ancora Caner – il coordinamento dei servizi, dal punto di vista logistico, sarà il complesso infrastrutturale più vicino alla stazione».
Per l’esponente della Regione, dunque, non va ingaggiata nessuna guerra per aprire le porte ai turisti diretti sulle Colline Unesco.
«Chi arriva da ponente, quindi dalla Pedemontana, troverà più comodo iniziare le visite da Valdobbiadene o da Vidor. Chi scende dalle Dolomiti, farà il suo ingresso a Vittorio Veneto».
E, a questo riguardo, il sindaco Antonio Miatto spera che in questa querelle la sua città non abbia da rimetterci.
È da Vittorio Veneto che parte il cammino dell’Unesco di ben 52 km, per cui è consequenziale, secondo il sindaco, che gli appassionati del turismo lento, naturalistico, salgano da Venezia in treno fino a Vittorio Veneto.
E a poche centinaia di metri troveranno gli agognati sentieri. «Le porte d’ingresso dovranno essere, evidentemente, più d’una. Anche perché – ricorda Miatto – la mia città può offrire addirittura una decina di musei».
Conegliano, comunque, come città capoluogo? «Immagino – afferma il sindaco Chies – che il progetto di collegamento pedonale e cicloturistico fra Treviso e Conegliano, a partire dall’aeroporto, illustrato dal collega Mario Conte in campagna elettorale, resti ancora in campo, perché va al di là delle appartenenze politiche». E Chies si dice sicuro di trovare ancora il sostegno del candidato sindaco Piero Garbellotto, fautore dell’ingresso all’area Unesco dal Biscione.
«Ecco le baruffe chiozzotte» esclama Stefano Soldan, sindaco di Pieve di Soligo e presidente dell’Ipa, l’Intesa programmatica d’area.
«Riusciremo mai, noi sindaci, a metterci un giorno intorno ad un tavolo e a parlarci da amministratori anziché da referenti partitici? Non dovrebbe essere impossibile. Solo in questo modo riusciremo a non perdere altro tempo e a prepararci ad una nuova stagione turistica». Quanto alle porte d’ingresso, Soldan ritiene che la sua cittadina, Pieve appunto, abbia tutte le carte in regola (anche dal punto di vista culturale) per accogliere i turisti, che sulle colline Unesco vorrebbero riscoprire quella biodiversità che altrove sta scomparendo