GORIZIA Doveva essere un Consiglio comunale intriso di solennità. Si trattava di conferire al Milite Ignoto la cittadinanza onoraria. Ma la partenza della seduta (in presenza dopo mesi in videoconferenza, a distanza, attraverso la piattaforma Gomeeting) è stata subito in salita.
Franco Zotti, ex Lega, uno dei contras, fondatore del gruppo monocellulare “Legalizziamo Gorizia Z.F.”, si è presentato in aula senza esibire il Green pass e nemmeno un tampone negativo. È andato diritto per la sua strada e ha preso possesso della sua postazione nell’aula consiliare, nonostante più e più volte il presidente del Consiglio Luca Cagliari e il segretario generale Maria Grazia De Rosa l’abbiano invitato gentilmente a lasciare l’aula. «Senza Green pass non si può», la frase a lui rivolta. «Questa è casa mia. Sono stato il più votato alle elezioni e, da qui, non mi muovo. Questa è dittatura», la risposta ripetuta come un mantra da Zotti.
Di fronte alla sua fermezza e alla sua (evidente) ricerca della ribalta, è stata un’escalation. Prima, l’arrivo di due vigili urbani assieme al comandante della Polizia locale Marco Muzzatti. Altre trattative. Fallite. Poi, i rinforzi: altri due vigili urbani e, poco più tardi, anche due carabinieri, chiamati dal presidente Cagliari. Il “negoziato” è proseguito con il Consiglio comunale sempre ai blocchi di partenza, un appello su presenze e assenze lasciato a metà, e gli inviti sempre più pressanti al consigliere dissidente di «abbandonare la sala». Zotti ha urlato di essere stato, ieri mattina, in Municipio. «Ma nessuno si è sognato di chiedermi nulla. Ora che devo esercitare il mio ruolo di consigliere mi si chiede questa documentazione vergognosa». In realtà, l’obbligo di Green pass e della mascherina al Consiglio era arcinoto a tutti i consiglieri, inserito persino nel documento di convocazione della seduta, oltre a essere stato al centro dell’assemblea dei capigruppo. Non poteva non sapere.
Dopo l’ennesima esortazione, Zotti si è alzato lasciando l’aula, accompagnato all’uscita da vigili urbani e carabinieri. La temperatura è salita quando Federico Portelli (capogruppo della lista civica Borghi) ha interrotto gli urli dell’esponente No Green pass con la frase: «Vergognati. Metti a repentaglio la salute dei presenti. Non hai nemmeno il tampone. Non avvicinarti». Per un nonnulla, la situazione non è sfuggita di mano. Poco prima, era uscita anche Rosy Tucci (Gorizia è tua) per le stesse motivazioni. «Non posso rimanere all’interno con una persona che si dimostra insensibile nei confronti degli altri consiglieri comunali», riferendosi al contras.
Ma lo show di Zotti, non certamente il primo e nemmeno l’ultimo del suo percorso politico, è continuato anche nell’anticamera della sala consiliare. Perché la sua resistenza è proseguita, rifiutandosi di lasciare l’edificio, come le prescrizioni anti-Covid impongono. Si è seduto prima sul tavolo, poi su una sedia in un angolo, ripetendo il concetto. Certo, in molti si sono chiesti come possa guidare gli autobus e le corriere dell’Apt, non essendo dotato di passaporto verde. Poi, la spiegazione. «Per lavorare faccio i tamponi. L’ultimo tampone è scaduto e non ce l’ho». A quel punto, il terzo carabiniere, che si è aggiunto nel frattempo, l’ha invitato a recarsi in una farmacia per effettuare il test. «La accompagniamo noi». Nulla. Zotti ha chiesto di essere, a quel punto, arrestato. «Esco da qui, soltanto se mi mettete le manette».
Mentre i lavori in aula hanno potuto prendere avvio, la protesta di Zotti è proseguita e ha finito con il catalizzare l’attenzione. E solo dopo un lungo botta e risposta, l’esponente di opposizione (ex maggioranza) è uscito dall’edificio, accompagnato dai carabinieri che hanno imposto al nostro fotografo di non scattare fotografie in quei frangenti.
Forse, il consigliere ex leghista ha voluto crearsi una nuova dimensione politica che va nella direzione del fronte anti-passaporto verde. Non a caso, davanti al Municipio, nella piazzetta, ha ribadito ancora una volta il suo pensiero urlato, ergendosi a capo-popolo e dando anche appuntamento a future (e non ancora calendarizzate) manifestazioni in piazza Vittoria. «Mi sono rotto di effettuare tamponi continui per poter lavorare. Io il virus ce l’ho avuto. E i medici dicono che, sino a dicembre, i miei anticorpi sono molto alti. Questa è una costrizione. Questa non è democrazia, è dittatura».
Molti i consiglieri comunali che hanno voluto prendere le distanze dall’azione di Zotti. Il file rouge? «Ogni protesta è rispettabile ma, con questa manifestazione, si è mancato di rispetto al Consiglio comunale e a coloro, la stragrande maggioranza, che il vaccino l’hanno fatto e hanno il Green pass in tasca». —
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