Con l’accelerazione della ripresa economica per le aziende è deflagrato il problema del reclutamento di personale qualificato. Gli imprenditori sono nei guai con l’assunzione di nuovi addetti. Soprattutto in alcuni comparti produttivi. La Tecnoseal di Grosseto – leader mondiale nella produzione di “anodi sacrificali” per la protezione catodica nella nautica – per ovviare al problema si è inventata una soluzione originale. «Dal momento che con i colloqui di lavoro non riuscivamo a individuare le figure professionali di cui avevamo bisogno – spiega l’amministratore delegato, Filippo Soffici – abbiamo aggirato il problema rilevando alcune piccole aziende per assorbirne il personale specializzato. Solo così siamo riusciti a superare le nostre difficoltà».
Tecnoseal Foundry di via Genova, produce da trent’anni “anodi sacrificali” per la protezione di scafi, motori marini, eliche, derive, flaps e in generale componenti metalliche immerse in acqua salata, salmastra o dolce che sia.
«Negli ultimi dieci anni – continua Soffici – l’azienda è cresciuta costantemente. Oggi siamo leader mondiali di mercato nella produzione ma al momento non riusciamo a soddisfare la domanda. Per questo stiamo concludendo un investimento di oltre cinque milioni e mezzo di euro, con l’ampliamento dei capannoni e l’acquisto di nuovi macchinari».
Dieci milioni di fatturato, sessanta addetti e tre società di commercializzazione dei prodotti in Italia, Stati Uniti e Inghilterra, oltre a una rete internazionale di rivenditori plurimarca. Sulle dita di una mano si contano i concorrenti. Da questo la scelta della proprietà (un fondo di investitori privati collegato a Banca Intesa fra i quali lo stesso Soffici) di crescere guardando con ottimismo al futuro.
«Trovare personale, anche da formare in azienda, è uno dei problemi più difficili da risolvere – prosegue nel ragionamento l’amministratore delegato di Tecnoseal – I curriculum che ci arrivano sono quasi sempre incongrui rispetto alle mansioni, oppure di persone troppo qualificate. Mentre ai colloqui si presentano giovani che dimostrano una scarsa attitudine al lavoro. Quando si mettono a sedere la prima cosa che chiedono è: quanto prendo di stipendio? Si fanno straordinari? Il sabato devo lavorare? Ancora prima di spiegare quali competenze abbiano, o che tipo di motivazione hanno a fare il lavoro per cui svolgono il colloquio».
La situazione è aggravata dal fatto che è difficile strappare addetti ad altre aziende. Che fanno di tutto per tenersi il personale. «Per questo – aggiunge – abbiamo preso una decisione drastica. Prima abbiamo rilevato una piccola azienda specializzata in tornitura e lavorazioni metalliche che aveva deciso di chiudere, con il titolare che poi è venuto a lavorare con noi. Successivamente abbiamo acquisito con una fusione per incorporazione un’altra realtà specializzata nel taglio laser e nella carpenteria che era nostra fornitrice, per poter assumere due tornitori».
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