La gavetta giovanile è terminata. Ora Rino Capalbo ha deciso di mettersi in gioco in una prima squadra, dopo un percorso cominciato nel 2016 e proseguito sempre nel vivaio della Canottieri.
Gli ha affidato la panchina il Miane, compagine trevigiana di C1 intenzionata a ben figurare nel massimo torneo regionale. Agli onori delle cronache i biancoverdi ci sono saliti tesserando quell’Edgar Bertoni campione d’Europa nel 2003 con l’Italia e vincitore di ben 6 scudetti e 3 coppe Italia.
IMPEGNO E FELICITÀ
La C1 ha solo dieci squadre, di conseguenza occorre sbagliare il meno possibile. Considerate le poche partite, ora c’è spazio per un mese di Coppa Veneto, con l’esordio stasera contro il Flaminia.
«Mi ritenevo pronto per allenare una prima squadra e quando ho ricevuto la chiamata ero contento», commenta Capalbo. «Sino ad ora è stato un percorso senza dubbio impegnativo, perché da metà agosto ci siamo allenati tutti i giorni. Ad ogni modo adesso vogliamo misurarci negli impegni ufficiali. La C1 veneta viene ritenuta tra le migliori in Italia, se non la migliore. Chi viene promosso molto spesso poi in B si posiziona nelle parti alte della classifica. Aiuta il fatto che il Comitato Regionale abbia deciso da alcuni anni di giocare anche in questa categoria con il tempo effettivo».
Riguardo le ambizioni, «il Bissuola è la favorita numero uno. Noi intendiamo dare fastidio a tutti, provando a classificarci al meglio».
Riguardo Bertoni, Capalbo ha le idee chiare.
«Ha 40 anni ma non è certo a fine carriera. Parliamo di un vero e proprio professionista anche nella cura di sé stesso. Vuole sempre vincere, partitelle comprese. E, pur mantenendo il rapporto allenatore – giocatore, non nego di domandare a lui qualche consiglio. Da campioni così è giusto imparare».
CANOTTIERI E SEDICO
Il Miane nelle amichevoli si è trovato di fronte entrambe le bellunesi di B, ossia la Canottieri a cui Capalbo è molto legato e il Sedico.
«In ordine temporale abbiamo affrontato prima la Giorik. Quel giorno forse noi eravamo più avanti e a loro mancavano Lana e Manzalli. Ad ogni modo spiccano senza dubbio le loro individualità. In particolare mi ha impressionato il pivot Vilmar: vede benissimo la porta. Se trovano presto gli automatismi dopo essersi rinnovati in estate, hanno elevate potenzialità. La Canottieri penso sia più avanti come gioco, essendo quasi lo stesso gruppo di sempre. Entrambe le ritengo in grado di fare bene, però occhio perché mi aspetto una B più equilibrata e competitiva. Dalla C1 sono salite formazioni assai quotate».
