MANTOVA. Nel secondo trimestre del 2021 prosegue la forte ripresa degli scambi internazionali, già emersa a inizio anno. I mesi primaverili vedono un aumento delle esportazioni mantovane del +38,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fortemente influenzato dalla pandemia e dalle chiusure che hanno caratterizzato i mesi di aprile e maggio. Dai dati di fonte Istat, elaborati dal Servizio informazione e promozione economica della Camera di Commercio e dal Centro studi di Confindustria Mantova, con la collaborazione del Consorzio Mantova Export, risulta che nel secondo trimestre 2021 le esportazioni ammontano a 3,9 miliardi di euro, contro un valore di import pari a 2,9 miliardi, in aumento rispetto al 2020 del +33,7%. Il saldo commerciale si mantiene positivo, ammontando a quasi 1,1 miliardi. Le esportazioni in Lombardia e in Italia vedono anch’esse segno più, ma con variazioni più contenute: +22,6% e al +24,2%. Tutte le province lombarde mostrano segno più con Mantova ai vertici della classifica. Considerando i principali comparti esportatori, i valori sono positivi per tutte le tipologie di prodotto: i prodotti in metallo (+68,5%), i mezzi di trasporto (+70%), gli articoli in gomma e materie plastiche (+55,6%), i macchinari (+20,9%), le sostanze e i prodotti chimici (+41,2%), gli apparecchi elettrici (+39,8%) e i prodotti in legno e carta (+39,4%). Segno più anche per i prodotti alimentari (+12,1%), gli articoli di abbigliamento (+1,2%), gli articoli in pelle (+2,1%) e i prodotti tessili (+16,8%). Anche sul fronte delle importazioni emergono variazioni positive per la quasi totalità dei prodotti ad esclusione delle sostanze e prodotti chimici (-36,1%) petroliferi (-4,5%). Confrontando i dati con il 2019 si nota comunque una crescita, anche se più moderata, sia per importazioni (+7,7%) sia per esportazioni (+15,7%). Per il presidente di Confindustria Edgardo Bianchi sono «dati che incoraggiano la ripresa» ma «desta preoccupazione per il futuro prossimo il rincaro delle commodities e la crescita esponenziale dei noli marittimi, con il rischio di frenare sia la marginalità che il consolidamento degli scambi internazionali registrato finora».