Rivelatasi con il precedente Grave, uno degli horror più interessanti e originali degli ultimi anni, un’opera in grado di rilanciare «pericolosamente» il genere, Julia Ducournau ha dimostrato di sapere rielaborare in chiave molto personale una serie di ossessioni (di matrice soprattutto cronenberghiana) e di presentarle con una frontalità che deve sia al cinema italiano che all’exploitation statunitense. Ducournau s’inserisce nella rinascita del cinema horror al femminile, favorita in maniera determinante dalla riuscita del suo esordio che, soprattutto nel Regno Unito, … Continua
L'articolo «Titane», la danza del desiderio oltre le barriere del corpo proviene da il manifesto.