Sul dossier - definito anche 'spezzatino' Mps - i sindacati non intendono assistere da spettatori. Il futuro di Rocca Salimbeni è ancora in bilico tra diversi scenari, il più probabile dei quali vede un'aggregazione con Unicredit. Ma non sono state date certezze, complici le elezioni supplettive a Siena, sede storica dell'istituto. Per questo e per fare luce sul futuro di Banca Monte dei Paschi di Siena - e dei 21mila lavoratori dell'istituto - i rappresentanti dei lavoratori saranno presenti ai presidi organizzati a Milano, Roma e Bari in occasione dello sciopero dei dipendenti della banca.
"In questi anni avete sentito parlare della nostra banca come di un problema. Invece noi siamo le persone che, nonostante le difficoltà, hanno lavorato con dedizione per rendere alla nostra clientela un servizio competente e rispondente alle esigenze", scrivono i dipendenti di Siena del gruppo in una lettera inviata proprio ai cittadini della città. "Venerdì - proseguono - siamo in sciopero perché il nostro futuro è incerto. Non sappiamo per quale azienda lavoreremo, se la nostra professionalità sarà salvaguardata, se lavoreremo nella stessa città, quale mansione saremo chiamati a svolgere. Oppure se saremo considerati esuberi, cioè persone di troppo, che non servono più".
Sul tema esuberi i sindacati restano cauti e fiducia è posta in uscite volontarie e nel fondo di solidarietà. Mps ha a libro paga circa 21.468 di cui 5.805 - più di uno su 4 - in Toscana. Sugli oltre 21mila lavoratori dell'istituto, potrebbero uscirne tra i 5.000 e i 7.000. Il piano verrà gestito col Fondo esuberi (Fondo di solidarietà), uno strumento istituito nel 2000 grazie a un accordo fra la Fabi e gli altri sindacati con l'Abi, riconfermato, nel dicembre 2019, con l'ultimo rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.
"Siamo in sciopero perché abbiamo affrontato la crisi senza nasconderci, mettendoci la faccia e accollandoci la nostra parte di sacrificio economico, per un risanamento promesso e mai arrivato", proseguono comunque i dipendenti di Rocca Salimbeni aggiungendo che "la responsabilità non è nostra ma siamo noi, lavoratrici e lavoratori del gruppo Monte dei Paschi di Siena, a rischiare di pagarne il conto. Un conto salatissimo".