«Si può stare in prima, seconda fila, l’importante è non perdere la militanza politica». A pronunciare queste parole è Gianni Alemanno. L’ex-ministro ed ex-sindaco di Roma rispondeva ad una domanda del direttore dell’Adnkronos Gian Marco Chiocci, moderatore del convegno “Emergenza rifiuti a Roma. Il tempo di scelte coraggiose“, organizzato dal presidente regionale Asi e candidato di FdI all’assemblea capitolina Roberto Cipolletti. Una domanda quasi d’obbligo, alla luce della recente sentenza della Cassazione che ha liberato Alemanno dall’accusa di corruzione. Un fardello pesantissimo, e tutto sommato ben poca cosa se confrontato con la prima ipotesi accusatoria formulata a suo carico dalla Procura di Roma: mafia. Un vero calvario giudiziario che ora, però, è alle sue spalle.
Sarà, dunque, di nuovo in campo? «Non decido io, in politica non valgono le avventure personali, valgono le scelte dei partiti e delle comunità», premette l’ex-sindaco della Capitale. Per poi aggiungere: «Dopo la Cassazione, che come è successo a Bertolaso ha dissipato equivoci, credo che la scelta debba venire dalla gente». Ma al convegno Alemanno ha parlato anche delle principali emergenze che attanagliano Roma come in una morsa, a cominciare dai cumuli di immondizia accatastati lungo le strade della città. È la Roma di Virginia Raggi. «C’è bisogno di un termovalorizzatore – spiega -, come è accaduto per Napoli con Acerra, perché ci sarà sempre un pezzo di ciclo dei rifiuti che non sarà assorbito dalla differenziata. Il termovalorizzatore va fatto e subito».
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Quel che è certo, puntualizza, è che non si può «tornare indietro e riaprire Malagrotta». E l’ex-sindaco ne spiega anche i motivi, che non sono solo quelli di natura ambientale. A giudizio infatti di Alemanno ci sono anche problemi di equità verso le popolazioni che hanno già dato in termini di responsabilità. «Non mi sembra neanche giusto per i cittadini aprire un’altra discarica lì affianco», argomenta l’ex-ministro. La sua conclusione è un richiamo al governatore del Lazio Nicola Zingaretti. «È nei poteri della Regione – ricorda – distribuire nelle altre discariche del Lazio per qualche anno, necessario alla costruzione del termovalorizzatore».
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