La disciplina “cugina” del tennis sta letteralmente spopolando ed entrando nelle grazie di tutte le classi: giovani, meno giovani, uomini e donne
VENEZIA. Quello che sta vivendo il padel è un autentico boom. Complice anche la pandemia, e quindi la ricerca di sport da praticare pure all’aria aperta, il numero di appassionati e tesserati sta crescendo esponenzialmente, così come le richieste di costruzione per i campi.
La provincia di Venezia è ancora indietro rispetto ad esempio a quelle di Treviso e Padova, che in Veneto dettano legge su questo fronte, ma è immaginabile che, nel giro di cinque anni, sarà più facile trovare un campo da padel rispetto a quelli di altre discipline. La differenza la fa soprattutto il fatto che, per giocare, basta comperarsi una racchetta e noleggiare un campo, al cospetto di altri sport che richiedono vestiario o attrezzature ben più complesse e costose.
Nato già negli anni Settanta in Messico, si è sviluppato prima nei Paesi latini, per poi sfondare a tutte le altre latitudini negli ultimi anni. La racchetta è una “pala” solida e forata, tale da renderla più leggera, la cui lunghezza massima non supera i 45, 50 centimetri. Il campo, invece, è lungo venti metri e largo dieci, diviso da una rete, e chiuso all’interno di un recinto di metallo e lastre di vetro che salgono sui lati per consentire i rimbalzi. Si gioca a coppie.
Prima di poter colpire la pallina si deve attendere il rimbalzo una sola volta sul campo. Se colpita al volo, non potrà poi toccare le pareti della struttura. Ogni incontro è suddiviso in tre set con tie-break a 7 punti, in caso di 6-6 nei primi due giocati.
Il primo circolo della nostra provincia a dotarsi di campi ai massimi livelli, è stato il Green Garden a Mestre. Ma, come conferma il vicesindaco e assessore allo Sport, Andrea Tomaello, il numero di richieste per nuove superfici è in continuo aumento.
«Durante la pandemia il padel è stato uno dei pochi sport permessi, e l’ho praticato io stesso con gli amici. Ricevo periodicamente, da varie associazioni sportive e privati, richieste di costruzione di nuovi campi. Dal gennaio scorso a oggi, almeno una ventina sono state le domande. Curioso che non siano solo centri sportivi, ma anche semplici privati o ristoranti che vogliono creare campi su terreni di loro proprietà. E poi c’è chi ha deciso di sostituire i campi da calcetto per destinarli a questa disciplina emergente.
Alla Grotta a Zelarino, allo Sporting a Mestre e all’Arca di Spinea hanno già lavorato per costruire nuovi campi. So che a Mirano c’è l’intenzione, ma il tennis club è in attesa delle autorizzazioni comunali. E poi ci sono quelli di Caorle. Mi piacerebbe, per la prossima estate, sviluppare qualcosa anche al Lido di Venezia, visto che è isola di eccellenza per lo sport. Sarebbe bello costruire campi in riva al mare, con l’obiettivo di far disputare qualche torneo con i vip, che adorano questo sport, presenti per la Mostra del Cinema. Una idea forse folle, ma sarebbe coinvolgente».
Matteo Carponi organizza tornei in tutta Italia. «L’esplosione c’è stata negli ultimi 24 mesi». Un impianto costa 35 mila euro: «Bisogna stare attenti ai materiali».
«Il padel è uno sport democratico davvero per tutti». Matteo Carponi da quattro anni lavora dai suoi uffici di Noale per organizzare tour in tutta Italia e dare spazio a migliaia di giocatori. Il padel per lui è stata una scoperta ma anche una sfida, che sta portando avanti con numeri in continua crescita, così come il successo che riscontrano le sue manifestazioni. Con l’agenzia E-motion è diventata ormai una istituzione.
«Da organizzatori abbiamo cominciato a crederci già nel 2018, dopo aver intravisto le potenzialità della disciplina», commenta. «Siamo al quarto anno di attività, con una vera esplosione di praticanti negli ultimi 24 mesi, e la stiamo vivendo benissimo a 360°. Organizziamo le tappe del tour, costruiamo campi e abbiamo anche una linea di racchette di successo. Pensiamo solo ai primi due campi in spiaggia del Veneto, realizzati poche settimane fa a Caorle, dove poi abbiamo ospitato la tappa combo padel-beach tennis che ha portato giocatori da tutta Italia. Il nostro tour è un evento nazionale che tocca undici regioni. Credo che il padel sia uno sport senza età, che chiunque può praticare dai 10 ai 65 anni, e ha una valenza sociale e conviviale molto importante».
Il vero segreto, come si diceva, è la semplicità di accesso alla disciplina. Bastano infatti poche decine di euro per assicurarsi una racchetta basica. Il resto lo fanno un paio di scarpe da ginnastica, pantaloncini, maglietta e una pallina. «Ci può giocare chiunque, una persona molto allenata o chi è in sovrappeso», aggiunge Carponi. «C’è meno tecnica rispetto al tennis, e minor dispendio fisico. Si gioca in quattro, e il giorno dopo puoi cimentarti di nuovo. In pratica si può fare il doppio di allenamenti settimanali rispetto a un tennista amatoriale.
Sinceramente, non vedo il rischio che il fenomeno si possa a breve sgonfiare, proprio perché il padel è meno vincolante del calcetto, e anche meno pericoloso, senza contare che lo puoi giocare a qualsiasi ora del giorno, mentre in genere a calcetto si va la sera. Il fatto di non rischiare fisicamente, porta chiunque a provarlo. Poi, vediamo già tantissimi Under 12 e 14 che chiedono alla famiglia di poter giocare a padel, solo cinque anni fa era impossibile anche solo pensarlo. A Padova e Treviso sta succedendo, tanto che stanno nascendo le prime accademia giovanili».
Attualmente, nella nostra provincia, ci sono due campi al Green Garden, allo Sporting Mestre, all’Arca di Spinea, alla Grotta di Zelarino, a Caorle (previsto il raddoppio l’anno prossimo, ndr) e quattro al Republic Jesolo.
C’è poi l’aspetto del costo dei campi, che Carponi spiega così: «I campi da padel devono avere dietro un progetto serio, altrimenti dopo qualche anno la differenza la si vede subito con il decadimento dei materiali. In media costano 35 mila euro l’uno, compresa la gettata di cemento per costruire la base. Però c’è chi ne spende 15-18 mila tirando al risparmio. Il problema è che, solo negli ultimi mesi, per colpa della speculazione sui materiali, a livello internazionale i costi sono saliti del 20 per cento. Poi la qualità del manto incide sul prezzo, così come quella dei vetri, per i quali sono previsti addirittura i crash test. C’è chi rilascia infatti delle certificazioni a tutela dei circoli, ma soprattutto dei praticanti, affinché si evitino incidenti durante il gioco».
Green Garden, primi a crederci: «Ora raddoppiamo i campi»
È stato il primo, nel Veneziano, a capire che l’esplosione del fenomeno padel sarebbe stata imminente, e che avrebbe raccolto migliaia di appassionati in poco tempo. Ed è stato il primo a far costruire due campi all’interno del suo circolo sportivo di Asseggiano. Fabio Sapori come al solito è un precursore, nonché uno dei più conosciuti manager del tennis nazionale, per anni organizzatore del Venice Open del circuito Atp e di altri importanti tornei nel nostro Paese. Ed ecco che l’anno scorso ha deciso di puntare anche sul padel, sfruttando un’area laterale all’ingresso del Green Garden, per realizzare i primi due campi in provincia di Venezia.
«Sono contento dell’approccio che la gente ha con il padel, lo prova e poi non vorrebbe più smettere di giocarlo», commenta lo stesso Sapori. «Ho già un progetto per raddoppiare il numero di campi al Green Garden, e sono in attesa per procedere. Le richieste per giocare sono tantissime, e da subito è stato un vero boom anche da noi. Tanti gestori di club, negli ultimi vent’anni, si sono buttati sul calcetto, e ora faranno altrettanto con il padel. Però bisogna anche prestare attenzione a come lo si fa, alla qualità dei materiali utilizzati all’interno degli impianti sportivi. Il tutto per dare ovviamente garanzie anche ai giocatori, in termini di sicurezza».
Il presidente del Green Garden osserva: «Mi aspettavo questa esplosione, del resto sono stato il primo a muovermi e anche a organizzare un trofeo. Il padel non è come il tennis, e non ruberà tesserati a quest’ultimo, perché sono due sport completamente diversi tra loro. Ora sto organizzando un torneo per il Cupra World Tour, e poi a ottobre vedremo se riusciremo a bissare la disputa del Trofeo Città di Venezia, che tanti appassionati ha raccolto lo scorso anno proprio da noi. Seguiamo con attenzione l’evoluzione del fenomeno e ciò che porta con sé, per fare le cose sempre nel modo migliore in favore dei nostri tesserati».
