Zanoni contro l’emendamento del leghista Bet. «Ennesimo favore agli amici degli amici, ora basta»
VENEZIA. «Ancora una volta un progetto di legge (Pdl) ordinamentale diventa un minestrone dove dentro finisce di tutto. E nel Pdl 50 è stato inserito un articolo non solo sbagliato, ma anche pericoloso, che consente di estrarre ghiaia in assenza dei piani del Genio civile, con una deroga che aumenta di quattro volte la quantità prevista dalla normativa attuale, passando da 20 mila a 80 mila metri cubi».
Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, ci va giù duro. La questione è la seguente: per legge, l’estrazione e l’asporto di sabbia e ghiaia deve essere regolata dai piani predisposti dal Genio civile. In assenza di questi piani, la quantità di ghiaia che può essere estratta non può essere superiore ai 20 mila metri cubi, quantità comunque consentita tramite deroga (semplicemente, con un abbassamento dai 30 mila metri cubi), mancando i piani che dovrebbero essere la regola per l’estrazione.
LA DENUNCIA
«E qui si verifica il paradosso» continua il consigliere regionale dem. «La scelta migliore sarebbe stata quella di predisporre una legge seria, eliminando la deroga. E invece, al contrario, questa stessa possibilità di deroga è stata persino aumentata, portando il massimo di estrazione dai 20 mila agli 80 mila metri cubi» tuona Zanoni, che fa sapere di avere già presentato un emendamento soppressivo, «contro l’ennesimo favore agli amici degli amici, marchetta per i cavatori».
LE ZONE
La questione, per essere inquadrata, può trovare collocazione in diverse aree della regione, anche se si parla fondamentalmente della provincia di Treviso. Zanoni parla infatti di un vero e proprio «saccheggio, specialmente nel Medio Piave.
Tra Cimadolmo, Spresiano Candelù, Maserada e Breda, sono stati prelevati circa due milioni di metri cubi di ghiaia, con pericolose conseguenze sul deflusso delle acque, che in alcuni casi ha aggravato il fenomeno dell’erosione dei campi agricoli circostanti».
L’emendamento, proposto dal consigliere leghista Roberto Bet, è stato approvato nell’ambito del Pdl 50.
«Punta a modificare la legge 41/88 sull’estrazione di materiali litoidi e ghiaia nelle aree golenali dei corsi d’acqua, innalzando i limiti in maniera spropositata, senza tenere conto della delicata situazione del Piave. Perché non vengono fatte operazioni analoghe sul Basso Piave, dove sarebbe invece utile abbassare i fondali ed estrarre i limiti?» si interroga Zanoni. «A San Donà ci sono i fanghi, e lì bisognerebbe scavare, perché il fondo si è alzato troppo»