Oltre ai carabinieri forestali, gli altri protagonisti di questi giorni di massima allerta incendi sono ovviamente i vigili del fuoco, insieme ai volontari di Protezione civile e alla Polizia provinciale.
chi spegne
Ai pompieri spetta un compito di monitoraggio su alcune aree in particolare, ma soprattutto quello d’intervento nell’emergenza. Devono essere pronti anche allo scenario più complesso, come l’estate del 2017 ha insegnato. «Nell’ambito del coordinamento con la Protezione civile (Soup) in questo periodo in regione abbiamo cinque squadre in più che con autobotte e pick-up si spostano da una provincia all’altra, pronte all’intervento d’emergenza – spiega Tiziano Grandi, funzionario del Comando di Modena – in più è sempre disponibile personale pronto muoversi su tutto il territorio regionale per coordinare l’intervento di elicotteri e Canadair: con radio e tablet, è in grado di dare le coordinate precise di scarico acqua interfacciandosi costantemente con il pilota sull’aggiornamento dello scenario. Questo è molto importante, perché adesso l’impiego del Canadair è più frequente».
Ma in base all’esperienza di chi spegne, a cosa bisogna stare particolarmente attenti in questi giorni? «Alle disattenzioni intanto, che sono le prime cause d’incendio – osserva – a partire dalla sigaretta gettata: se normalmente si spegne da sola, col secco e il vento di questi giorni può facilmente dare fuoco alla campagna. Attenzione anche al barbecue di Ferragosto e così al gesto apparentemente innocuo del parcheggio. Fermare l’auto sopra l’erba secca espone a forti rischi: se l’erba tocca il catalizzatore, con le alte temperature si può facilmente innescare un incendio. Ovviamente va evitato in tutti i modi l’abbruciamento di erba e sterpaglie».
Chi vigila
Da chi spegne a chi vigila: sono giorni “caldi” in tutti i sensi anche per i volontari delle associazioni che attraverso la Protezione civile fanno monitoraggio antincendio: sono 26, sulle 50 che aderiscono al coordinamento di Protezione civile. Dalla sala operativa di Marzaglia ne viene coordinata l’attività (soprattutto nei weekend, quando c’è maggior disponibilità di volontari) sviluppata su due fronti. Da una parte, la presenza nei cinque punti di avvistamento fissi presenti in provincia: Monte Calvanella (Sestola), Sasso della Croce (Guiglia), Monte Ravaglia e Monte Pizzicano (Serra) e Torre di Gaiato (Pavullo). Dall’altra, i nove punti di avvistamento mobili da cui partono le unità in perlustrazione: tre su Modena, una su Campogalliano, e poi quelle di Sassuolo, Vignola, Zocca, Pavullo e Pievepelago. «Domenica avevamo 25 persone in servizio, dal 10 luglio sono stati fatti 280 servizi diversi da parte di 155 volontari – nota Roberto Ferrari, presidente del coordinamento provinciale del volontariato di Protezione civile – abbiamo vedette nei punti fissi formate con un corso di avvistamento e operatori mobili che grazie alle lezioni antincendio sono in grado di garantire un primo intervento con i mezzi in dotazione. È dal 2004 che facciamo questo servizio in maniera strutturata, e non abbiamo mai avuto difficoltà a reperire il personale, neanche nel periodo clou delle ferie. In coordinamento con la Soup di Bologna, in questo periodo di massima allerta garantiremo tutto il nostro apporto».
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