TRIESTE. Si comincia all'alba, con la colazione dei mattinieri, ai quali si affiancano le persone che hanno appena finito il turno di lavoro. Molti sono portuali del vicino scalo. Si continua con il caffè da parte di residenti e clienti abituali, per proseguire tutta la giornata, compresi pranzi e cene, fino a quando cala il buio, quando arrivano tanti operatori dei turni notturni, di vari settori, ai quali nel week end si aggiungono i ragazzini che tirano tardi dopo feste e serate in centro.
Il bar Hacca 24, in via Fiamme Gialle, unico della città aperto 24 ore al giorno, è un ritrovo continuo di persone che cambiano nel corso delle ore ma che ormai da tempo sono affezionate al locale, da giugno 2019, quando l’ex pizzeria si è completamente trasformata nell’attuale caffè con ristorante, che ha comunque mantenuto anche il forno.
«La rotazione di clienti è continua - spiega il titolare Franco Troise - la mattina accogliamo i lavoratori del porto e molte persone che abitano qui vicino, poi con i pranzi ritroviamo sempre tanti impiegati degli uffici qua attorno, nel pomeriggio vediamo molto spesso amici e colleghi che chiacchierano davanti a un drink, fino all’ora dell'aperitivo, e poi alla sera va forte soprattutto la pizza. Molto graditi sono anche i panuozzi che prepariamo sempre. Ci sono poi tante persone dirette nel centro città, che prima di iniziare la giornata, al mattino presto, si trovano da noi in modo spontaneo. Di notte forniamo anche un servizio - sottolinea - perché non esiste nessun locale aperto e per chi deve bere o mangiare qualcosa, siamo diventati un punto di riferimento».
Tra i più affezionati al bar ci sono Toni e Carmine Aufiero, padre e figlio, che non mancano mai all’appuntamento con la tazzina insieme a un dolce «caffè e frolla ogni mattina, e sabato e domenica anche nel pomeriggio - spiega Toni - veniamo fin da quando ha aperto, abitiamo a pochi metri, è comodo ed è piacevole».
Abitudinario anche Salvatore Guerra, «vivo in un’altra zona ma ci vengo apposta, tutto lo staff è sempre gentilissimo, e poi le ragazze in particolare - sorride - sempre cordiali. Se un giorno non vedono le persone che come me, passano quotidianamente di qua, si preoccupano e poi ci chiedono come mai non siamo venuti. Per me il rito è il caffè ristretto ogni mattina, quando a portarlo sono sempre due cameriere molto simpatiche, Angela e Manuela, e se capita anche di pomeriggio».
Accanto a lui lo sportivo Pino Iacoviello, che fa tappa al bar «dopo la piscina, vado qui dietro - dice - alla Bianchi, circa tre volte a settimana, fa bene e mi sento in forma. Poi un caffettino ci sta sempre».
Dietro il bancone, tra i giovani che si alternano, c’è Judith Bubba, «lavoro spesso al pomeriggio e nei week end al mattino, quando arrivano molte persone dal porto, tutti simpatici, gente sempre allegra, con loro ci sono anche altri che iniziano la giornata con un caffè, arrivano da varie zone della città, prima di intraprendere i rispettivi impegni».
Di notte invece di sovente a servire i clienti c’è Ciro Ceglie, «all’inizio facevo un po’ fatica a ingranare con l’orario, ma è una questione di abitudine e adesso non è più un problema. Nel fine settimana vedo tanti ragazzini, che finiscono la serata qui da noi, ma ci sono anche tutte quelle persone che di notte lavorano e per loro siamo un punto fermo, in ogni momento dell’anno ci siamo sempre». —
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