Da quando Jennifer Aniston e Jennifer «JLo» Lopez hanno preso atto che l'alcol accelera l'invecchiamento della pelle, il bere consapevole «a gradazione zero» è diventato una tendenza. Viaggio guidato (da due famosi bartender) nei nuovi cocktail che soddisfano il palato come un vero drink, ma sono un concentrato di salute.
«Chi non gradisce alcolici non sa godersi la vita»: questo - fino a poco tempo fa - il pensiero dominante in società. Eppure la vera tendenza del momento in fatto di drink è pensare analcolico e bere di conseguenza. Locali di tendenza producono sempre più cocktail alcol free e servono vini e birre a bassissima (o a zero) gradazione, registrando un boom di consumazioni e recensioni online a cinque stelle. Pochi zuccheri artificiali, niente succhi o sciroppi dolciastri, ma sapori nuovi e naturali, per un bere «nolo», ossia «no» o «low» alcol. Nel corso della Diageo Reserve World Class, l'annuale gara di «bartending» internazionale sono emersi alcuni dati: il 46% di coloro che hanno meno di 35 anni ordinano regolarmente bevande analcoliche.
Una tendenza che arriva dagli Stati Uniti, acceleratore mondiale di ispirazioni dettate dalle celebrità. Da quando Jennifer Aniston e Jennifer Lopez, due splendide over 50, hanno dichiarato via social che l'alcol accelera l'invecchiamento della pelle, i seguaci del salutismo da flute non si sono fatti attendere e il cambio di marcia è stato automatico. Tanti i party organizzati negli ultimi mesi a tendenza «a gradazione zero», alla ricerca del gusto ricercato, innovativo, sperimentale.
Negli ultimi due anni anche il mercato delle birre analcoliche in Europa è cresciuto di quattro volte, seguendo il filone delle colture bio. È una sorta di movimento globale legato al minor consumo di bevande zuccherate gassate e contemporaneamente, alla necessità di bere qualcosa di rinfrescante e non impegnativo. Una rivoluzione all'insegna del wellness, complice la crescente attenzione dei millennial al benessere fisico, unita alla voglia di divertirsi in compagnia, in bar e locali alla moda. Questa «no alcol revolution» sta toccando non solo la mixology, cioè l'arte di creare cocktail originali miscelando bevande, ma anche il mondo delle craft beer, birre prodotte artigianalmente da birrifici indipendenti.
La parola d'ordine dell'estate 2021 è «mocktail», ossia la reinterpretazione di cocktail classici o miscelazioni originali, ma rigorosamente senza alcol. Dove possiamo trovarli? Il Redemption Bar di Londra è diventato un simbolo internazionale del bere socialmente consapevole giorno e notte, dove è possibile mangiare vegano, così come gustare cocktail dal sapore totalmente naturale. Potete trovarvi smoothies come il Resurrect e il ReJuvenate, deliziosi frullati che, pare, tolgano il medico di torno. Stessa tendenza al The Brink di Liverpool o al super trendy Shaman Cafè, il primo bar «low alcol» di Londra ad Aldgate.
Un esempio made in Italy (e vacanziero) da segnalare è lo storico Sabot di Santa Margherita. Consente non solo di bere prodotti di qualità, ma di farlo in un luogo unico, una piazzetta affacciata sul mare. Specialità: analcolici a base di frutti di bosco. Da provare assolutamente il Key West, cocktail a base di lamponi, spremuta d'arancia, passion fruit, limone. Tempio dell'analcolico italiano è il Caffè Gilli, storico locale fiorentino (in Piazza della Repubblica). Luca Picchi, il bar manager è un veterano del settore, da sempre convinto sostenitore del potenziale della filosofia analcolica.
A Panorama racconta i segreti dei suoi cocktail a zero gradazione. «Il mio intento è realizzare cocktail simili agli originali alcolici per giovanissimi e adulti curiosi. Per il mio Virgin Mojito uso menta, lime fresco spremuto al momento. Al posto dello zucchero ultrafine, per bilanciare l'acidità, utilizzo un composto aromatico a base di sciroppo Saveur Rhum della Monin, che sembra vero rum, ma è analcolico. Aggiungo un infuso a caldo di spezie caraibiche, con anice stellato, mandorla, pepe giamaicano, pepe nero e rosa. Un'idea che va fortissimo, ne facciamo 50-60 al giorno».
Oltre al Mojito analcolico, Picchi propone un Mule Zero, versione senza alcol del celebre Moscow Mule. «Non mettiamo la vodka, al posto del lime fresco utilizziamo un Cordiale al lime preparato con le bucce del frutto. Una sorta di sweet and sour, aromatizzato alle bucce di lime. Ecco la ricetta del mio Mule Zero: 30 ml di Homemade Lime cordial juice e top ginger beer Fever Tree». Le sperimentazioni di Picchi vanno oltre: «Ho anche pensato a un cocktail speciale dal nome This is Not a Gin&Tonic, potete trovarlo al Four Points by Sheraton di Catania. È fatto con infuso di ginepro dalla bacca grossa, tendente al dolciastro, cui viene aggiunta semplice acqua tonica. Sembra un vero gin tonic, ma è a zero gradazione».
Gli fa eco un altro famoso bar manager: «Ormai la richiesta di analcolici è quotidiana e il cliente è trasversale» spiega Luca De Filippis del Mandarin Hotel del Lago di Como al CO.MO Bar & Bistrot. «Al nostro resort stiamo introducendo prodotti nuovi come il Bellino, analcolico di Giancarlo Mancino del brand Sei bellissimi: una sorta di Bellini alcol free, perfetto per i nostri ospiti speciali che non ne bevono, anche per ragioni religiose. E abbiamo introdotto Amaro20, il primo amaro a gradazione zero. Confermo un aumento di richiesta di vini analcolici, il nostro sommelier ha selezionato le bollicine Sparkling Tea, in versione brut e rosé. Bere Coca-Cola al tavolo può farci sentire diversi dagli altri, e per chi non vuole sentirsi tale ci sono tante proposte di cocktail tradizionali nell'aspetto, ma senza gradazione. Il vino analcolico - una bevanda gassata - si presenta come uno Champagne. Il sapore? È leggermente zuccherato, con aromi fruttati».
Al Mandarin Oriental si trovano cocktail originali come il Frozen Oriental Heritage, con consistenza granitosa e acqua di cocco. Altro cocktail tipico della struttura è il Tropicalista, con nettare di ananas di alta qualità, passion fruit fresco, zucchero vanigliato blendato con vaniglia del Madagascar, succo di lime fresco, foglie di menta e chinotto.
«Abbiamo anche messo a punto una "carta" per bambini con cocktail analcolici pensati per loro» aggiunge De Filippis. «Un Latte e menta con panna e scaglie di cioccolato, oppure un Mo Temple, rivisitazione del classico Shirley Temple, con fragola fresca, basilico, lime. Drink scherzosi, per gusti sotto i 12 anni. Col drink portiamo un menu usa e getta che il bambino può scarabocchiare a piacere». Insomma, la tendenza analcolica non ha confini. E non parliamo certo di concentrati di zuccheri e succhi di frutta. Ma di sapori salutari che aprono il palato e la mente a ispirazioni originali. E perché no, a nuove esperienze.
