Il ritardo del ministro del Lavoro Andrea Orlando nel varare la riforma di ammortizzatori e politiche attive, nonostante nel frattempo il governo abbia deciso anche su pressione di Confindustria di non prorogare il blocco dei licenziamenti, presenta il conto. E diventa un caso nel governo – con uno scaricabarile che coinvolge il titolare dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti – e nel suo stesso partito. La miccia è un nuovo benservito comunicato ai lavoratori via messaggio, stavolta da parte della multinazionale Logista – dopo la brianzola Gianetti ruote e la toscana Gkn che avevano inviato delle email. Lunedì il sindacato Si Cobas ha diffuso la comunicazione inviata ai dipendenti via Whatsapp: “Da lunedì lei sarà dispensato dalla sua attività lavorativa. Cordiali saluti”. Oggi i partiti se ne sono accorti e dal Pd sono fioccati gli annunci di interrogazioni al governo (da parte del segretario di presidenza della Camera Andrea De Maria) e le richieste di riferire in Aula. Gli esponenti dem però, nonostante la materia sia di competenza dell’ex vicesegretario del partito, chiamano in causa soprattutto la necessità di una “politica industriale“, di cui si occupa appunto Giorgetti.
Resta il fatto che Orlando da quando è entrato nel governo Draghi annuncia ad horas la presentazione dei nuovi sussidi universali per chi rimane senza lavoro e di nuovi strumenti per trovare un nuovo posto ai disoccupati, ma finora nulla di fatto: con tutta probabilità se ne riparla in autunno, in vista della manovra. Questo mentre le aziende iniziano ad avviare le procedure di licenziamento rinviate in vigenza del blocco.
“Qui non stiamo parlando di bon ton (il riferimento è al mezzo utilizzato, un messaggio su whatsapp, ndr), è una questione di lavoro, diritti, civiltà. Un paese in cui vieni licenziato dall’oggi al domani via chat, e parliamo di territori sani dal punto di vista economico come l’Emilia e la Toscana, non può dirsi un paese civile”, ha tuonato Filippo Sensi durante l’intervento alla Camera sulla riforma della giustizia, leggendo il messaggio di Logista e chiedendo al governo di riferire. Stesso giro di parole per il vicesegretario Peppe Provenzano su twitter: “Non si tratta di chiedere il bon ton, ma di riaffermare la civiltà del lavoro sancita dalla Costituzione. Servono norme per difenderci e sanzionare questi comportamenti, e soprattutto una politica industriale per promuovere la produzione e il lavoro buono nella ripartenza”. L’ultima frase ricalca quella pronunciata da Orlando, a propria difesa, per commentare i casi Gkn e Gianetti: “Sono vicende che non dipendono dallo sblocco dei licenziamenti. Il tema è come contrastare e disincentivare le delocalizzazioni e puntare su nuove politiche industriali”. Tema che, non a caso, spetta al leghista Giorgetti. Che a sua volta, aveva definito “inevitabili” i licenziamenti specificando che però “non possono accadere in questo modo da Far west”. Insomma, lo scaricabarile è servito.
Da Leu il senatore Francesco Laforgia, che ha presentato un’interrogazione a Orlando, sostiene poi che “Molte aziende continuano a non rispettare gli accordi che il Governo ha preso con i sindacati”, anche se l’avviso comune siglato a Palazzo Chigi non ha nulla di cogente e dice solo che le parti sociali “si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali” in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Non a caso a fine luglio i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, hanno scritto al premier Mario Draghi chiedendo la convocazione di un incontro per una “prima verifica” sulla sua applicazione e sui processi di “riconversione e riorganizzazione in atto su tutto il sistema produttivo e manifatturiero, dei trasporti e logistico”.
Dall’opposizione intanto il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, nel corso della trasmissione ‘Agorà Estate’ parla di “disastro”: “Mi fa schifo un Paese nel quale un’azienda può cancellare con un messaggino via WhatsApp la vita delle persone. Questi episodi si stanno moltiplicando da Nord a Sud, e tutti questi casi hanno le medesime caratteristiche e le medesime modalità. E allora quando si discute di sicurezza, e in questo periodo se ne sta discutendo parecchio dal Covid-19 ai migranti, si dovrebbe essere in grado di collocare questa parola nel posto giusto. La prima sicurezza di cui abbiamo bisogno si chiama sicurezza sociale”.
Anche Fratelli d’Italia coglie la palla al balzo e attacca il governo: “Quanto sta avvenendo con Logista altro non è che la conseguenza dell’assenza di programmazione del Ministero e del Governo che dopo un anno e mezzo di blocco dei licenziamenti non ha saputo pianificare alcuna soluzione concreta per evitare queste situazioni. Una vicenda resa ancor più grave dal fatto che nelle decisioni dell’azienda nulla c’entrano la crisi economica o sanitaria, trattandosi di una scelta di riorganizzazione fatta sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie. E’ necessario che le Istituzioni tutte, comprese quelle dei territori dove si intende procedere alla rilocalizzazione dello stabilimento bolognese, diano una risposta netta all’azienda”, scrivono i deputati di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto e Galeazzo Bignami, responsabile nazionale dipartimento mondi produttivi FDI.
Intanto Logistic Time srl precisa di aver incontrato i propri dipendenti ieri, 2 agosto – che però era il giorno in cui stando al messaggio erano già esonerati dal lavoro – e “di averli informati della progressiva riduzione delle attività operative presso il sito di Bologna, la cui chiusura è prevista per il prossimo 31 agosto 2021“. Inoltre, prosegue l’azienda, “a fronte delle modificate esigenze operative, è stato inviato anche un messaggio ai lavoratori di turno dispensandoli, sebbene retribuiti, dalla giornata di lavoro lunedì 2 agosto 2021 al fine di organizzare le attività del sito, che non si configura come lettera di licenziamento“. La Città metropolitana ha annunciato l’attivazione del Tavolo di Salvaguardia per il 4 agosto.
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