C’è un nome dietro alla morte dell’imprenditore friulano Daniele Cosatti, deceduto due anni fa alcuni giorni dopo essere stato colto da un malore. Le indagini della Squadra mobile di Udine hanno portato alla luce un giro di cocaina e all’arresto del 43enne Antonio Romano – per cessione di droga e morte in conseguenza di altro reato – che ha ceduto la partita ritenuta fatale all’allora titolare dell’Edilmartignacco, di Torreano di Martignacco.
Gli uomini della Mobile, a seguito di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica udinese giovedì scorso hanno infatti eseguito la misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Udine, nei confronti di Romano, cittadino italiano residente nell’hinterland udinese, ritenuto responsabile della cessione di cocaina che secondo gli investigatori ha determinato inizialmente il malore e poi la morte per ictus, dovuto ad overdose di crack, dell’imprenditore all’epoca 54enne.
Nella serata del 23 giugno 2019, in Largo delle Grazie, Daniele Cosatti era stato soccorso e trasportato all’ospedale civile di Udine in condizioni gravi, dopo un malore che lo ha poi tenuto appeso alla vita per tre giorni. L’imprenditore, nonostante il prodigarsi dei medici, è spirato infatti il 26 giugno successivo. Sull’uomo, in base a quanto appurato dagli investigatori, era stata rinvenuta della sostanza stupefacente, della cocaina: una circostanza che ha fatto da subito partire una articolata attività d’indagine mirata ad individuare lo spacciatore della sostanza la cui assunzione aveva, presumibilmente, causato il malore e poi la morte dell’imprenditore.
Tale attività ha permesso di ricostruire gli ultimi contatti che l’uomo aveva tenuto, consentendo poi l’individuazione di almeno tre soggetti che potevano aver avuto un ruolo principale nella cessione di droga in suo favore. Si tratta di due uomini e una donna che sono stati costantemente tenuti sotto controllo e, nei loro confronti, sono state eseguite delle perquisizioni che hanno permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro alcuni quantitativi di stupefacente. Uno di loro, un italiano 39enne, Miguel Angelucci, trovato con ben 20 grammi di cocaina e con una notevole somma di denaro (20.000 euro), il 6 maggio 2020 è stato arrestato in flagranza di reato. La successiva analisi dei rispettivi telefoni cellulari, sequestrati nel corso delle perquisizioni, ha consentito di indirizzare le indagini proprio nei confronti di Antonio Romano. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Udine, su richiesta della Procura della Repubblica, concordando con le risultanze investigative, ha infine emesso l’ordinanza della custodia cautelare in carcere, eseguita giovedì, per cessione di droga (in violazione di quanto previsto all’articolo 73 del testo unico sugli stupefacenti, dpr 309/90) e per morte in conseguenza di altro reato (articolo 566 del codice penale).
A Romano la notifica è arrivata in carcere, a Pordenone, dove si trova per altra causa. «Attendo di poter visionare gli atti – spiega infine l’avvocato Alberto Tedeschi, che assiste Romano – e poi faremo le dovute valutazioni. Devo ancora parlare con il mio assistito, al momento detenuto a Pordenone».