Era a bordo dello scooter coinvolto nell’urto in cui ha perso la vita la donna di 42 anni. «Ero sull’asfalto e non riuscivo a respirare. Ora piango la mia amica speciale»
SAN VINCENZO. Le auto incolonnate e l’asfalto torrido, fumante. Il guard rail poco oltre, a una manciata di metri. Poi l’oppressione al petto, lo stomaco che si chiude. E il buio. «Non capivo cos’era successo. Non riuscivo a respirare». Ciò che Valeria Verani ricorda di quel maledetto martedì mattina sono flash che fanno male più della spalla fratturata e dei punti di sutura. «Ho una immagine dell’ambulanza - racconta - chiedevo se avrei rivisto la mia famiglia. Poi il nulla. Mi sono risvegliata in ospedale».
Verani era la passeggera dello scooter che martedì è rimasto coinvolto nell’incidente stradale sulla Variante Aurelia. C’è stato l’urto con un’auto, il mezzo ha strisciato a terra e le donne che erano a bordo sono state sbalzate. La conducente Flavia Tenerelli è morta sul colpo. Valeria Verani è stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Cecina.
Ed è da questo punto che Valeria, sanvincenzina e commessa nel negozio cecinese di Tezenis come la collega, riprende a ritroso le fila della tragedia che si è trovata a vivere. Adesso è a casa con la sua famiglia e, nel raccontare al Tirreno la storia di quella maledetta mattina di fine giugno, il pensiero va sempre all’amica, a una persona per lei tanto cara, che adesso non c’è più. Perché Flavia e Valeria legate lo erano davvero. Si conoscevano da anni. Amiche, oltre che colleghe.
«Non ricordo il momento dell’impatto - racconta Verani - So solo che ero sul motorino e che a un certo punto mi sono trovata seduta sull’asfalto. Vedevo le macchine dietro ed ero vicina al guard rail che avevo a sinistra, quello lato monte». Istanti lunghi una vita. Poi ha capito che cosa fosse accaduto. Ha visto lei, a terra. Ed è arrivato il buio.
Valeria si è ripresa in ambulanza, quando la Pubblica Assistenza di Cecina la stava trasportando in ospedale. Solo un flash lungo il tragitto. Ha chiesto se avrebbe rivisto i figli. Poi di nuovo il buio.
«Mi sono risvegliata in ospedale - racconta ancora - Ho fatto la Tac, poi mi hanno mandato a casa con una prognosi di un mese, nove punti in testa e quattro a un ginocchio. Tra qualche giorno dovrò fare un controllo alla clavicola». Poi esistono le altre ferite. Quelle interiori. «Ci sono momenti tranquilli e momenti da urlo - dice - Dovrò rielaborare ciò che è successo». Servirà del tempo. Un passo alla volta.
Valeria e Flavia viaggiavano sempre insieme.
Insieme percorrevano quasi ogni giorno il tragitto San Vincenzo-Cecina raggiungere il posto di lavoro, il negozio Tezenis. «Di solito andavamo in auto perché a me le due ruote fanno paura. Prendevamo lo scooter solo quando c’era bella stagione». Valeria lavora nel negozio di viale Marconi dal 2002. Flavia lavorava lì dal 2004.
Per le due donne sono stati anni trascorsi fianco a fianco, facendosi forza l’un l’altra. E i clienti hanno imparato ad amare quelle due commesse così gentili. «Sono arrivati tanti messaggi per Flavia - dice la sua amica - perché le persone le volevano bene».
E nel dolore per la spalla rotta e per le ferite alla testa e all’anima, Valeria ha in mente solo la sua amica. «Ricordo la sua allegria e il suo sorriso. Era una persona fantastica e, davvero, amata da tutti».
Anche perché nel corso della sua vita aveva viaggiato tanto, perciò aveva portato il suo sorriso anche al di fuori di san Vincenzo e di Cecina. Oggi ci sarà l’esame autoptico sul corpo di Flavia Tenerelli. Poi la salma sarà restituita alla famiglia e sarà così possibile fissare una data per il funerale. Per dare l’ultimo saluto a Flavia. Per ricordare una volta ancora la sua grande gioia di vivere e quel sorriso bellissimo. —
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