IVREA
La variante al Piano regolatore è ferma nello stesso punto in cui l’avevamo lasciata nel novembre del 2020 con l’ultima conferenza di pianificazione. Al netto delle severe obiezioni avanzate dalla Regione alla proposta tecnica preliminare (approvata dal consiglio comunale con i soli voti della maggioranza) e delle stesse obiezioni presentate dall’ufficio tecnico del Comune di Ivrea, l’iter è di fatto fermo. Impantanato, secondo le opposizioni, con il rischio di gettare al vento quattro anni di lavoro. Le ragioni sono tante e diverse.
Cominciamo col dire che i rapporti tra il team di progettisti (coordinatore scientifico l’archistar Stefano Boeri) che nel maggio del 2017 vinse per 100mila euro l’originale variante strutturale al Piano regolatore e l’ufficio tecnico non sono, per usare un eufemismo, idilliaci. I progettisti di certo non si aspettavano le 67 pagine di osservazioni presentate in Regione. Non solo. Nel corso di questi anni la Regione e la Soprintendenza hanno chiesto al Comune di trasformare la variante strutturale in variante generale, adeguando lo strumento urbanistico al Piano paesaggistico regionale e al sito Unesco. E se con l’approvazione del progetto tecnico preliminare la buffer zone è stata tutelata (22 gennaio), ora non si sa più come andare avanti. La questione non è solo economica: la richiesta dei progettisti di un adeguamento del compenso, rispetto al variare dell’incarico e del lavoro da svolgere, viene giudicata più che legittima.
Il tema è però capire se il Comune può pagare di più per una gara pubblica vinta con un cero importo e per un determinato incarico o se dovrà indire un’altra gara, con il rischio che in città arrivino altri progettisti. Tra le tante ragioni che hanno rallentato un procedimento di per sé lungo c’è il periodo Covid che ha coinciso con le osservazioni da parte dei privati. Come se non bastasse, il Comune dall’avvio della variante ha cambiato per ben tre volte il responsabile unico del procedimento. Infine, il 14 agosto del 2019 il team di professionisti guidato da Boeri ha dovuto fare a meno dell’architetto Aldo Besata, morto per un arresto cardiaco. Di origine vercellese, Besata era esperto di pianificazione territoriale nonché un profondo conoscitore della legge urbanistica regionale.
Cosa accadrà ora? L’amministrazione comunale sta studiando una via d’uscita, di certo non semplice. L’iter per arrivare all’approvazione della variante generale al Prg è ancora lungo. Il progetto tecnico preliminare è solo l’inizio, a cui dovrà seguire un preliminare e poi il definitivo che dovrà tornare in Regione.
«L’esito deludente delle conferenze di copianificazione, dove si è esaminata la proposta tecnica del progetto preliminare era annunciato, considerata la mancanza di sostanza, le carenze nella documentazione e l’indeterminatezza di alcune sue parti - spiega Massimo Fresc del M5s -. Tra queste sottolineo come la progettazione svolta ha usato la cartografia datata del vecchio Piano regolatore che risulta non aggiornata con gli edifici costruiti nel tempo e dalle nuove realizzazioni viarie. Ricordo anche la mancanza di riferimenti alla nuova biblioteca che potrebbe diventare, lavorando in sinergia con il museo Garda, luogo di programmazione di mostre e convegni nel cuore del centro storico». «I severi giudizi della Regione - prosegue Fresc - avrebbero dovuto spronare l’amministrazione a riprendere il percorso considerata la mole delle criticità denunciate. Auspichiamo che l’assessore non temporeggi oltre e preso atto della inconsistenza del lavoro fin qui svolto e dell’urgenza di procedere, decida come proseguire valutando la possibilità, se le divergenze con i professionisti non si possono superare, di procedere all’individuazione di altre collaborazioni al fine di riprendere il percorso».
Dal Partito democratico Maurizio Perinetti punta il dito sulla stranezza delle osservazioni presentate al progetto da parte dell’Ufficio tecnico: «Purtroppo è tutto fermo dal novembre scorso e il Comune non sa come uscire da questa situazione, Il rischio più grande è di gettare questi anni al vento sprecando un’occasione». Critiche dure anche da Vivimo Ivrea. «Abbiamo chiesto più volte di essere aggiornati in Commissione - spiega Francesco Comotto - ma pare che sia tutto fermo. Tra le tante critiche che mi sento di sollevare c’è quella sulle aree strategiche, come quella del polo scolastico dove invece pare che sorgerà una Rsa e l’ufficio tecnico diventerà una delle due sedi degli uffici comunali».