L’autorità per la protezione dei dati del Lussemburgo ha proposto una multa di oltre 425 milioni di dollari contro Amazon. Il caso è quello riguardante la protezione dei dati degli utenti nell’Unione europea, che potrebbe terminare con la più alta sanzione inflitta per la violazione del GDPR, il regolamento Ue sulla privacy. La proposta è stata consegnata alle autorità degli altri paesi del blocco, secondo le fonti del Wall Street Journal. L’opinione dell’autorità del Lussemburgo è importante, visto che Amazon ha il suo quartier generale proprio nel granducato. Nel caso specifico, sotto accusa è la raccolta e l’uso dei dati personali degli individui e non è relativo ad Amazon Web Aervices, il suo business sul cloud computing.
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La Commissione Ue è pronta a una nuova battaglia contro le Big Tech nel mercato degli assistenti vocali. Se alcune pratiche contrarie alla concorrenza messe in atto da Google, Amazon e Apple, rispettivamente con Assistant, Alexa e Siri, verranno confermate «potrebbero portare all’apertura di nuovi casi antitrust». Lo ha annunciato la vice presidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, presentando i risultati di un’indagine preliminare durata un anno sulla concorrenza nel mercato dell’Internet of Things (IoT) in Ue. A seguito delle indicazioni di oltre 200 aziende di settore attive in Europa, Asia e Usa, a finire nel mirino Ue sono le pratiche esclusive e vincolanti di vendita e uso degli assistenti vocali delle tre Big, il loro controllo delle relazioni con gli utenti grazie alla raccolta massiccia di dati, l’ampio accesso ai dati a proprio vantaggio anche per penetrare i mercati adiacenti e la limitazione delle funzionalità dei servizi di terze parti. L’indagine preliminare sarà ora oggetto di una consultazione pubblica fino al primo settembre 2021. «Quando abbiamo avviato questa
indagine, eravamo preoccupati che potesse esserci il rischio che emergessero gatekeeper nel settore. Dai primi risultati, sembra che molti condividono le nostre preoccupazioni», ha detto Vestager, osservando che l’Internet delle cose è in forte espansione con una «proliferazione di assistenti vocali come interfacce utenti» e dovrebbe raggiungere il valore di 40 miliardi entro il 2025.
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