La memoria dell’Ufficio parlamentare di bilancio depositata alla Camera sul Dl Sostegni bis ipotizza che non sia «convenienza a grosse espulsioni di forze di lavoro»
Lo sblocco dei licenziamenti causerà l’uscita dal sistema produttivo di circa 70mila persone, ma favorirà l’assunzione dei giovani. A dirlo è l’Ufficio parlamentare di bilancio secondo cui «i recenti andamenti di produzione, fatturato e ordinativi lasciano presumere che i datori di lavoro non dovrebbero avere né necessità né convenienza a grosse espulsioni di forze di lavoro. Si stima che i lavoratori che potrebbero perdere il l'impiego siano nell'ordine di 70.000 concentrati quasi esclusivamente nell'Industria».
Nella memoria relativa al Sostegni bis depositata alla Camera si legge anche che «l’eliminazione del blocco dei licenziamenti favorirà le politiche di occupazione a favore dei soggetti, soprattutto i giovani, in cerca di lavoro che nei mesi scorsi hanno visto venire meno opportunità di impiego».
Secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio le perdite di posti saranno concentrate nell'industria perché nelle costruzioni - l'altro settore normalmente assicurato alla Cigo - «le attivazioni nette sono già aumentate in tutti e tre i perimetri contrattuali (tempo determinato, indeterminato e apprendistato)».
I licenziamenti, continua l'Autorità dei conti pubblici, «saranno plausibilmente scaglionati nel tempo man mano che si concretizzano le opportunità di turnover e di ricomposizione degli organici e una quota potrebbe anche transitare nella Cigo/Cigs agevolata»
Nel documento, si legge anche che i nuclei familiari ammessi al Reddito di emergenza nel 2020 sulla base dei diversi decreti legge emanati nel corso dell’anno sono risultati 426.000, con un assegno medio di 550 euro erogato in media per 3,5 mensilità per una spesa complessiva di circa 830 milioni. Di questi, 183.000 nuclei hanno ricevuto cinque mensilità, 19.000 quattro mensilità, 70.000 tre mensilità e 154.000 due mensilità.
«Circa la metà dei beneficiari del Rem - spiega l'Upb - avrebbe soddisfatto il complesso dei requisiti di accesso anche sulla base del reddito e del patrimonio riscontrato in periodo pre-Covid e poco più di un terzo avrebbe soddisfatto i requisiti per accedere al RdC, senza tuttavia averne fatto richiesta in passato».