Forse, visto il gran trambusto provocato, ci sarebbero volute anche delle scuse. Non sono arrivate. L’Ufficio scolastico Regionale del Lazio si è infatti limitato a ritirare la linee guida gender che aveva inviato alle scuole di ogni ordine e grado della regione. Una decisione più che dovuta, visto che a circolare già inviata s’è scoperto che il documento era “taroccato”: recava nell’intestazione il logo del San Camillo, che ha smentito sia di averlo concesso sia di aver preso parte alla redazione del testo.
Dopo un’intera giornata di polemiche, quindi, il direttore generale dell’Usr, Rocco Pinneri, ha inviato una circolare con cui ha formalmente ha ritirato quelle “Strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere”. «Dal comunicato stampa diffuso in data odierna dall’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini – ha spiegato l’Ufficio scolastico regionale del Lazio – si apprende che l’istituto Metafora “ha utilizzato, senza alcuna autorizzazione, il logo dell’Azienda abusando di un rapporto di convenzione in corso” nella sua collaborazione con questo Ufficio scolastico».
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«La fiducia nel pedigree del documento – ha spiegato ancora l’Usr nella “errata corrige” inviata alle scuole – non può che essere incrinata dal fatto di aver appreso che l’estensore avrebbe una affiliazione scientifica diversa da quella che era stata rappresentata a questo Ufficio. Per questo motivo – ha concluso la nota – il documento è ritirato e il corso di formazione è sospeso».
Sul caso è intervenuto anche l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. «Non esiste alcuna linea guida regionale sulla varianza di genere. L’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, in accordo con l’Assessorato alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, ha infatti diffidato – ha detto Amato – l’Istituto Metafora (Saifip) per avere inviato all’Ufficio Scolastico Regionale, senza alcuna autorizzazione e con il logo dell’Azienda Ospedaliera, il documento diffuso nel corso di un webinar». «Peraltro – ha aggiunto l’assessore – un’azienda ospedaliera non può emanare nessuna linea guida, questo genere di documento è sempre di carattere Nazionale o Regionale».
«Rimango sorpreso – ha aggiunto D’Amato – di come sia stata possibile la successiva diffusione alle scuole da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, senza un preventivo accertamento della fonte e dei contenuti». Una sorpresa che accomuna molti, ma alla quale non si può non aggiungere anche quella per il silenzio della Regione, che su quel documento, nonostante un giorno intero di polemiche, ha deciso di parlare solo dopo la presa di distanza del San Camillo.
L'articolo Marcia indietro sul gender nelle scuole del Lazio. La Regione si sveglia e si dissocia sembra essere il primo su Secolo d'Italia.