ROMA. Una nota secca. Diffusa nel tardo pomeriggio di martedì 18 maggio: «Vaccino, Tar Lazio: decreto cautelare respinge ricorso, ora avanti tutta». Firmato Alessio D'Amato, assessore alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio. Un "colpo" per le migliaia di romani e cittadini romani che speravano in un risultato assai diverso: ovvero che il richiamo del vaccino Pfizer posticipato di due settimane rispettasse l'intervallo previsto in origine fra la prima e la seconda dose, cioè 21 giorni.
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Perché ciò potesse accadere una settimana fa, quando i primi sms di avviso sui nuovi appuntamenti avevano cominciato a circolare, la rabbia di molti era stata convogliata in un gruppo Facebook, una petizione con oltre 10 mila firmatari e per l'appunto un ricorso al Tribunale regionale. Depositato sabato scorso e nelle ultime ore respinto. Perché fosse ancora più forte la richiesta di ristabilire l'intervallo iniziale uno dei promotori il sindacalista del Cobas nazionale Francesco Iacovone aveva iniziato lo sciopero della fame. Tutto inutile.
La nota
«Il Tar del Lazio con decreto cautelare ha respinto la richiesta di sospensiva presentata contro la circolare del Ministero della Salute sul prolungamento dell’intervallo fra prima e seconda dose del vaccino Pfizer - fa sapere l'assessore alla Sanità, soddisfatto dell'esito della questione -. Una notizia importante che dà serenità e certezza alla campagna vaccinale, evitando pericolosi Stop. Peraltro, in un giorno in cui tutte le principali istituzioni sanitarie del nostro Paese, dal Consiglio Superiore di Sanità ad AIFA, hanno rimarcato la bontà della scelta, sia per motivi scientifici che per motivi pratici. Ora avanti tutta». «L’applicazione della circolare del Ministero della Salute - puntualizza D'Amato - consentirà nel solo mese di maggio di vaccinare con prima dose oltre 100mila cittadini in più, aumentando il tasso di copertura, senza diminuire gli effetti di immunizzazione su coloro che riceveranno la seconda dose a 35 giorni».
La discussione
Da parte dei legali Vincenzina Salvatore e Nicola Elmi che avevano presentato il ricorso arriva una nota che vale come contro risposta: «Comunichiamo che dopo la lunga e serrata discussione di questa mattina, il Tar Lazio ha pubblicato il relativo Decreto. Il Presidente non ha ritenuto di dover accogliere l'istanza di ripristinare l'originaria data della seconda data, non già per questioni di merito, bensì perché l'eventuale accoglimento della domanda avrebbe, di fatto, comportato "la piena soddisfazione della pretesa ricorsuale a prescindere dalla efficacia dell'atto amministrativo impugnato"… assicurando in tal modo "quanto solo la sentenza di merito" potrebbe attribuire».
La replica
«In buona sostanza il Presidente del Tar - continua la nota - non ha inteso esporsi ad una decisione che avrebbe avuto l'effetto di una sentenza di merito collegiale dagli effetti, per altro, irreversibili.La decisione finale è stata rinviata alla Camera di Consiglio del 1 giugno 2021 al termine della quale verosimilmente verrà adotta una sentenza breve».
Il sindacalista Iacovone rilancia: «Ho toccato con mano la sofferenza delle persone anziane e con fragilità. Con patologie importanti e fiaccate nella psiche da oltre una anno di pandemia. Donne e uomini gettati nella pandemia una scelta tutta politica che nulla ha a che vedere con la scienza. La Regione Lazio e il Cts sono responsabili nell’aver alimentato, dopo il caso Astrazeneca, la sfiducia dei cittadini nella scienza, tanto più che mentre disattendono le indicazioni e il bugiardino della Pfizer per il richiamo del vaccino a 21 giorni, stanno vaccinando in massa con Astrazeneca tutte quelle fasce d’età per le quali quel vaccino è sconsigliato, contravvenendo alle raccomandazioni dello stesso Cts e dell’Aifa. Al Generale Figliuolo voglio dire che non siamo in guerra, ma siamo nel pieno di una crisi sanitaria che si combatte con il rigore della scienza».
Il gruppo Facebook
Dopo i primi sms inviati a quanti avevano la seconda dose programmato dopo il 17 maggio la pagina Facebook intitolata con un'affermazione divenuta ora vana «Il richiamo Pfizer (Comirnaty) lo facciamo dopo 21 giorni» era stata presa d'assalto. Soprattutto da persone fragili con patologie preoccupati da quel rinvio. Dopo poche ore dalla Regione erano stati mandati nuovi messaggi agli estremamente fragili in cui si ripristinava l'appuntamento iniziale. E poi era partita la caccia all'operatore più disponibile della Regione Lazio. Il numero 0669792401 era diventato bollente reso tale dalle migliaia di telefonate da parte di vaccinandi in attesa di immunizzazione completa (ed anelata) che chiedevano di anticipare la data. Quattro giorni in meno, tre, due. Chi riusciva a prendere la linea dopo un'ora di attesa, se al di là della cornetta trovava una voce "amica" conquistava qua e là, un anticipo. «Un mercato delle vacche» commentava qualcuno sul gruppo Facebook invocando la battaglia comune attraverso il ricorso. Che però non è servita.