SAN NICOLO’ PO. Learco Guerra è ora più che mai patrimonio della natìa San Nicolò Po. In una corte a pochi passi dalla casa in cui la Locomotiva Umana ha visto la luce, è stato scoperto un murales che lo omaggia, opera dell'artista Gabriele Ferrari. Celebrazione e minuto di raccoglimento in suo ricordo, a 90 anni dalla prima maglia rosa indossata dal campione al termine della Milano-Mantova, tappa inaugurale del Giro 1931, e a tre giorni dal passaggio della Corsa Rosa a Bagnolo San Vito, dove è previsto un traguardo volante nel nome di Guerra. Esaurita la breve cerimonia, protagonisti e appassionati si sono spostati alle Cantine Giubertoni per ascoltare la voce dei personaggi del ciclismo. Da Gianbattista Baronchelli, nativo di San Martino Gusnago (frazione di Ceresara) e noto più per il Giro '74 lasciato al Cannibale Merckx per soli 12 secondi che per la medaglia d'argento al durissimo Mondiale di Sallanches (1980), ai commossi Ruggero Gialdini (vincitore nel 1975 di un Giro d'Italia dilettanti), Luigi Roncaglia (vicecampione olimpico nell'inseguimento a squadre a Tokyo '64) e Luciano Meneghelli, corridore e tecnico di valore. Per tutti loro parlare di ciclismo e ricordare le imprese del passato è un'emozione forte. Come per Learco Guerra jr., sulla porta di casa, parlare del nonno. O per lo scrittore Marco Pastonesi rispolverare aneddoti sui corridori mantovani del passato. O per il nostro Andrea Gabbi celebrare i nomi di Learco e Dante, in tema mitologico. Oggi il presente si chiama Affini. Mantova e i suoi appassionati lo aspettano in strada. Nel segno di Guerra.