Nel caos più totale. Il Movimento 5 Stelle, ovvero il grande punto interrogativo. Tra il ping pong grottesco sui dati degli iscritti alla piattaforma Rousseau; tra carte bollate e progetto Conte che non si sa cosa sia, spuntano ora, pubblicate da laPresse, messaggi sconcertanti da una chat “bollente”. Che denotano un M5S dilaniato e allo sbando. Le questioni del Ponte sullo Stretto hanno esteso ancor più la spaccatura tra i mille rivoli di una partito che fu.
Si prepara uno “scisma”? Poco ci manca. La tensione si taglia col coltello in alcuni messaggi scambiati nella chat interna tra i portavoce di Camera e Senato. Ne ha dato conto l’agenzia LaPresse e il Giornale li ha rilanciati. I soliti grillini senza mezze misure: “Sbattiamo fuori chi dice cazzate ed è pure al governo. Soluzione facile facile”, si legge. Il clima da “redde rationem” è questo. Il loro metodo è noto. Si accapigliano sulla questione della lista degli iscritti. Rousseau tira da un lato, i grillini affermano che il “database” sia del Movimento: “ne è l’unico e legittimo titolare”, mentre l’Associazione è convinta di non poter comunicare i dati degli iscritti a un soggetto terzo diverso dal rappresentante legale del Movimento. Nella riunione online alcuni hanno lanciato un’ipotesi: creaze una sorta di procedura di conferma annuale degli iscritti, in modo da rimettere la conferma con scadenza annuale: “Per cui, anche con una nuova piattaforma si confermano i dati che debbono essere comunque trasferiti da chi li detiene attualmente”, è la convenzione di altri esponenti pentastellati.
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Sussurri e grida sulla questione soldi nella chat interna del m5S. Alcuni hanno avanzato l’ipotesi di chiedere agli iscritti se una parte dei 7 milioni, “tipo il 10% o più“, possa essere destinata alla riorganizzazione del Movimento. Salta su Paola Taverna a sconsigliare questa strada: “Tra quei soldi ci sono anche le restituzioni dei fuoriusciti, che non credo sarebbero d’accordo”, avrebbe detto in chat. C’è chi ha provato a chiedere di restituirli o donarli e riservare tutto il resto nel nuovo conto, ma per alcuni “sarebbe illegittimo”.
Ma la principale angoscia è un’altra. E sempre legata ai soldi. “Ma se i costi a regime sono di 1 milione anno, come si procederà al 2023 (sperando) con oltre la metà dei parlamentari?“. Dando per scontato il loro dimezzamento, la cifra ha fatto tremare la chat: “1 milione di euro? Ho sentito bene?”. Non ne vogliono sentir parlare. Il tema dei costi fa tremare i polsi al movimento. Soprattutto da quando Rousseau ha battuto cassa per chiedere ai parlamentari il saldo di aprile del contributo volontario di 300 euro per il funzionamento della piattaforma. E il piatto piange: in cassa ci sono appena 100mila euro e il milione di euro prospettato dai vertici del movimento provocano uno choc ai più. I 5 Stelle sono una macchina costosa da gestire e la spaccatura tra il direttivo e gran parte del gruppo dei parlamentari rende la questione per loro drammatica.
Vito Crimi, capo politico ad interim del Movimento 5 Stelle, è stato chiaro: il denaro per rilanciare le ambizioni del Movimento dovrà arrivare proprio dai contributi di deputati e senatori. La quota da raggiungere per poter respirare è il fatidico milione di euro. Tra le spese da mettere a bilancio, l’affitto della nuova sede che, come riporta il Corriere della Sera, costerà circa 15mila euro al mese.
L'articolo Guerra totale nel M5S, la chat interna esplode: “Sbattiamo fuori chi dice ca***” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.