Le squadre della leggenda/112. In panchina Roversi poi Coaro L’esterno ricorda la compattezza del gruppo: «Pavesi e Tambara i big»
MANTOVA. Stupore, applausi e complimenti sperticati. Questo seppe creare un gruppo di appassionati del pallone che a Castelbelforte conobbe l’ambiente perfetto per sorprendere dalla Seconda alla storia. Reduce dall’epopea della presidenza Talassi, fu competenza di una ravvivata società ricreare la simbiosi perfetta per accendere la passione puntando su di una base volutamente giovane, come ricorda uno degli interpreti dell’armo giallorosso che si produsse in storica evoluzione nella stagione 1989-90.
Nicola Buzzoni recitava da esterno di sostanza e di fatica, seguendo uno spartito mandato a memoria da ogni singolo interprete: «Un gruppo molto giovane, capace di sorprendere. Questo il ricordo più immediato che si conserva a distanza di 31 anni». Partiti a fari spenti, liberi di esprimere le proprie qualità, quei ragazzi entrarono nell’impero dedicato ai grandi, pur con rispetto a chi rappresentava il ruolo di colosso, come ricorda puntualmente lo stesso Buzzoni: Quel torneo di Seconda, fu dominato da una vera corazzata: il Commessaggio concluse meritatamente al primo posto, potendo contare su elementi di ben altra categoria. Noi riuscimmo a sorprendere, a complicare la vita a quella squadra corazzata, con un secondo posto che ha un valore enorme, per come quel gruppo era stato costruito, per come, da inattesi protagonisti, sapemmo dare dimostrazione delle nostre qualità».
Un Castelbelforte capace di sorprendere ma anche di convincere, con un propulsore decisivo, nello spingere quel gruppo verso i piani alti della categoria e verso la risalita in quella selva complicata della Prima: «Il costante sostegno dei dirigenti che erano una perfetta fusione di efficienza fra il presidente Edo Sandrini ed un uomo di grande competenza come Renato Saccani e la partecipazione della gente comune ad ogni allenamento sono il ricordo più bello da conservare di quella stagione che ci vide rivaleggiare al vertice sorprendendo tutti».
Gruppo giovane ma con livelli di qualità eccellenti e sapientemente suddivisi sul rettangolo di gioco, seppur con un riferimento indiscutibile, come certifica Buzzoni: «Trascinatore vero, il bomber di quella squadra: il veronese Maurizio Tambara, centravanti vero e implacabile, la cui spalla perfetta era Pregnaghi. Oltre a loro illuminava la qualità di un regista mancino come Alessandro Pavesi».
Dai più esperti, quel Castelbelforte otteneva le indicazioni che i giovani mettevano in pratica con esemplare precisione: «Da quel gruppo sono emerse promesse come il difensore Alessandro Gennari, titolare a 16 anni, promosso dalla formazione Juniores al pari di Nicolò Baietta, altro talento vero». La garanzia della promozione arrivò tramite ripescaggio ma non sposta di una virgola il valore di un’impresa fondata sulla volontà giovanile, di cui Nicola Buzzoni testimonia: «È rimasta intatta la grande amicizia fra tutti noi. Ad indicarci la via da seguire dalla panchina fu prima Romolo Roversi, poi completammo l’opera con Adriano Coaro. Rimane l’orgoglio di essere riusciti a sorprendere tutti».