AVIANO. «Con mio marito e mio fratello ho scelto una vita diversa, in montagna, legata alla natura, scommettendo, cosa unica, nella coltivazione di un fiore selvatico: l’arnica montana. Per noi rappresenta il futuro, la nostra vita si è legata alle tante persone che fanno uso delle creme antinfiammatorie e dei prodotti di cosmesi ricavati da quell’essenza, anche officinale una volta lavorata, che a primavera trasforma in una tavolozza gialla le nostre serre, come i pascoli montani».
Francesca Muner, 40 anni, ha due bambini alle elementari – Margherita e Bartolomeo – e una laurea a pieni voti in Storia dell’arte a Ca’ Foscari. Nell’ateneo veneziano ha conosciuto il marito Antonio Conzato, 45 anni, già ricercatore e storico. Francesca racconta, con le loro due storie, anche la scelta del fratello Andrea Muner, 31 anni, alle spalle una carriera da professionista del basket nella Benetton e anche da Nazionale under 23.
Una storia collettiva dei nostri tempi, la loro, che li unisce ed entusiasma negli splendidi alpeggi comunali della Castaldia, lungo la passeggiata delle malghe, vicino alla casera del Medico.
Francesca, Antonio e Andrea, per la loro creazione, hanno scelto il logo “Armo1191” che sta per Arnica montana, con 1191, la quota dove «coltiviamo la pianta – racconta Francesca – a mano, con metodo biologico fra i pascoli». Oltre che un lavoro, è una filosofia di vita la loro, che nasce dalle profonde radici dell’azienda agricola Conzato Giovanni & C, di Roveredo in Piano. Giovanni, papà di Antonio da tempo nella sua azienda ha coltivato vigne, frutteti a kiwi, accanto ai seminativi di mais e soia. Giovanni ha lasciato a Aviano un ricordo da calciatore nella squadra locale. Lo chiamavano La Julia perché non faceva passare gli avversari. Il figlio Antonio, nel ricordo del nonno, anche lui Antonio (partito negli anni Cinquanta dalla provincia di Vicenza per approdare al pordenonese con una famiglia di 11 figli) cinque anni fa ha avuto l’intuizione, assieme a Francesca di iniziare con Andrea – prima in Italia – la coltivazione dell’arnica montana, il fiore giallo che adesso vale oro.
Se Andrea è passato dai parquet dei palasport all’alpeggio della Castaldia, altrettanto singolari sono le storie di Francesca e del marito. «Per molti anni sono stata dipendente della Friuladria. Mi occupavo degli interessi culturali e istituzionali della banca, prima di scegliere l’arnica di montagna». La passione per storia e cultura ha indotto Antonio Conzato a interessarsi anche della comunità roveredana dove vive, tanto da diventare vicesindaco, protagonista con Mara Giacomini, sindaco di Roveredo in Piano, della costruzione dell’originale piazza del paese. Sentendo le storie di Francesca, Antonio e Andrea, si pensa all’evoluzione dell’Italia dal dopoguerra a oggi. Prima dalla terra alle fabbriche e agli uffici, adesso il percorso inverso. —