Una pensionata di Pordenone è stata ricoverata in ospedale per un’intossicazione da monossido di carbonio. Grazie all’allarme lanciato dalla figlia i soccorsi sono stati tempestivi. È successo in una palazzina in via Tiepolo. L’anziana, 74 anni, ha pranzato con una delle sue tre figlie. La pensionata vive da sola, ma le sue ragazze si prendono sempre cura di lei, la aiutano e vanno a trovarla ogni giorno, rispettando comunque le restrizioni imposte dalla pandemia. Alcune ore dopo il pranzo la signora si è sentita male.
Preoccupata, la figlia, che era con lei, ha subito chiamato l’ambulanza: aveva capito che in quel malessere c’era qualcosa di strano. Subito sono stati mobilitati i soccorsi. Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118. L’esposimetro, lo strumento per rilevare il monossido che è applicato sulla divisa di ogni operatore del 118, è scattato. L’équipe medica ha chiamato immediatamente i vigili del fuoco di Pordenone. Sul posto si sono precipitate le altre due figlie della signora.
I sintomi manifestati dalla pensionata erano quelli dell’intossicazione da monossido: è stata portata via in ambulanza all’ospedale. Per precauzione anche la figlia e il suo fidanzato, vista la loro permanenza in casa, sono andati al pronto soccorso a farsi controllare, ma stanno bene: non avevano sintomi.
I pompieri hanno individuato con la strumentazione apposita l’origine della fuoriuscita del gas: è stato un malfunzionamento della stufetta in salotto, un ventilconvettore per la precisione, a provocare il rilascio graduale del monossido nei locali dell’abitazione. I pompieri hanno interdetto l’utilizzo della stufetta.
I vigili del fuoco hanno verificato prima e dopo aver staccato la stufetta la concentrazione di gas negli ambienti e una terza volta con gli infissi chiusi dopo aver arieggiato i locali. Chiuso il ventilconvettore, l’alloggio era nuovamente in sicurezza. L’intervento è durato poco più di un’ora.