“Parto. Non dimenticherò né la via Toledo, né tutti gli altri quartieri; ai miei occhi questa è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo’. Così Stendhal raccontava Napoli. Una città meravigliosa e dai mille volti, non di rado contraddittori: il passato e il presente, il sacro e il profano, i morti e i vivi, le tradizioni immutabili e le contaminazioni di culture diverse, convivono nei suoi quartieri…”. L’incipit di “Città segrete”, di Corrado Augias, la trasmissione di RaiTre dedicata a Napoli, andata in onda ieri sera, (video), prometteva bene ma invece ha scatenato polemiche ferocissime nel capoluogo partenopeo. Poco spazio alla cultura, troppo alla camorra, con quel focus sul boss morto Raffaele Cutolo che a tanti è apparsa quasi una provocazione nei confronti dei napoletani.
Tra Eduardo e Maradona, Masaniello e Artemisia, ma anche tra camorra e boss, anzi, soprattutto violenza, altro che cultura. A fine puntata i napoletani si sono scatenati sui social gridando allo scandalo e finanche al razzismo nei confronti di Augias, non nuovo a polemiche.
Sul fronte politico, il senatore Domenico De Siano, coordinatore campano di Forza Italia, ha sottolineato che si augura “un intervento immediato della Commissione di Vigilanza della Rai”. “Dov’è la Napoli segreta della sua cultura millenaria? Di sicuro non è quella stereotipata mostrata ieri in maniera approssimativa, inadeguata e offensiva da Corrado Augias. Napoli, con la sua storia millenaria, forse sconosciuta solo al conduttore televisivo è ben altra cosa rispetto all’immagine retorica di una città malavitosa e stracciona, fatta di personaggi discussi e discutibili, peraltro triti e ritrito. Spiace che la televisione di Stato si sia prestata a tanto”.
Anche da sinistra l’assessore e candidata sindaco di Napoli Alessandra Clemente ha annunciato iniziative di protesta. “Una puntata che ha deluso le mie aspettative e che non da merito, secondo me, all’immensa storia culturale della nostra città”.
“Mi dispiace – ha detto Augias in risposta alle critiche – D’altra parte, se dobbiamo rappresentare una realtà della città nelle sue varie sfaccettature nobilissime e anche criminali, dobbiamo parlare sia della grande tradizioni musicale e artistica, sia della camorra. Altrimenti facciamo una stornellata, ma non è il nostro caso. La cultura è anche questo, cercare di vedere ogni aspetto della realtà, ovviamente calibrandolo all’interno di un quadro complessivo“. Poi la clamorosa gaffe: “Cutolo ha rappresentato non solo un pezzo della storia napoletana allora ma addirittura un perno del rapporto tra criminalità e politica, anche, intendiamoci bene, con una azione che in certi momenti è sembrata affiancare quella dello Stato. Però Cutolo era Cutolo, è stato un geniale inventore della Nco…“. Geniale? Cutolo? Lo chieda ai parenti dei vicedirettore del carcere di Poggioreale Giuseppe Salvia, fatto uccidere dal boss 40 anni fa per punirlo di un diniego.
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