IVREA. Non si placano le polemiche sulla scelta della maggioranza di centro destra di rifiutare l’iscrizione all’anagrafe antifascista di Stazzema. Ora però dopo aver incassato gli attacchi delle minoranze e di una parte della società civile eporediese, il centro destra risponde e spiega le sue ragioni. Intanto, nei giorni scorsi il sindaco Stefano Sertoli ha contattato il collega di Stazzema al quale ha illustrato le motivazioni del suo voto di astensione alla mozione che proponeva l’adesione all’anagrafe antifascista. «Mi sono accordato e impegnato una volta terminata l’emergenza pandemica – spiega Sertoli – a recarmi in visita personale a Stazzema, luogo peraltro già visitato negli anni passati, in segno di rispetto e ricordo delle vittime della strage del 12 agosto 1944».
Nella polemica interviene anche il deputato della Lega Alessandro Giglio Vigna: «Bene ha fatto la maggioranza a bocciare questa inutile proposta con un motivato voto di astensione, che la nostra sia una comunità che ha a cuore la democrazia e i valori che essa rappresenta è un fatto che ripetiamo e vogliamo ripetere con forza, l’abbiamo dimostrato molte volte, con molti atti concreti e con molte prese di posizione; nessuno può negare oggi che questa cosiddetta “anagrafe” è diventato uno strumento politico».
«Che il nostro sindaco, la nostra maggioranza e la nostra città sono per la democrazia, per i valori della nostra Costituzione, per la libertà e sempre a fianco della giuste cause non è un fatto che devo ribadire io – continua il deputato – L’hanno dimostrato con la mozione di solidarietà al popolo curdo, l’hanno dimostrato perché sono la prima amministrazione di Ivrea che ha voluto rendere direttamente omaggio alle vittime della Shoah senza demandare le celebrazione della Giornata della Memoria ad associazioni, ma organizzando direttamente, lo dimostrano perché la bandiera del Tibet è presente in Consiglio e ci ricorda che Ivrea ha a cuore la causa del popolo tibetano. Lo dimostrano perché per la prima volta nel 2019 e poi nel 2021 il Comune di Ivrea ha celebrato il Giorno del Ricordo in onore delle vittime delle foibe e degli esuli di Istria e Dalmazia». «Vorrei sottolineare quanto detto dal sindaco Sertoli in aula – conclude Giglio Vigna –. La maggioranza c’è sempre per le cause di libertà, ma non abbiamo potuto far a meno di notare come alle celebrazioni per la Giornata del Ricordo della minoranza consigliare non c’era neanche un rappresentante».
Dura presa anche di posizione di Cambiamo, il movimento politico del Governatore Toti che a Ivrea e Canavese fa riferimento a Diego Borla, presidente del consiglio comunale. «Pd, Italia Viva, Rifondazione e Anpi hanno lanciato una campagna mediatica accusando, tra le righe, il sindaco e l’amministrazione di non riconoscersi nei valori antifascisti - spiega Borla -. Premettiamo che chiunque abbia giurato sulla Costituzione ha sottoscritto i valori antifascisti che l’anagrafe di Stazzema enuncia. Perché questi “valori” altro non sono che la riscrittura (semplificata) del Titolo I della Costituzione. Su questi valori il sindaco ha giurato nel momento stesso in cui ha assunto il suo attuale incarico». Borla poi se la prende con il consigliere di Pd Andrea Benedino, primo firmatario della mozione che ha dato il via a questa campagna a pochi minuti dal voto della mozione con un post su Facebook.
«I valori dell’antifascismo si devono manifestare non in retoriche iscrizioni, ma nell’agire in modo conforme ai valori democratici - conclude Borla -. Il che vuol dire rispettare il prossimo anche, se non soprattutto, quando è un avversario politico. E che la “lezioncina” di antifascismo venga dal signor Benedino ci fa dire che forse lui dovrebbe guardare la trave nel proprio occhio. È, infatti, di venerdì scorso la notizia che Guido Bertolaso è stato assolto dalla Corte dei Conti dalle accuse di peculato per il G8 del 2009. Per questa vicenda Benedino dovrebbe farsi un esame di coscienza– dal suo profilo Facebook attaccava Bertolaso dando per certa la sua colpevolezza, completamente scordandosi quel piccolo principio democratico (e antifascista), che una persona è innocente fino a prova contraria». —
