“Ma guarda Speranza. Appena eletto dimostrava 15 anni. Sembrava il quinto Maneskin!”. La Littizzetto una volta tanto convoglia le sue critiche nella giusta direzione: il ministro della Salute. Che è la pietra dello scandalo della gestione della pandemia. Lei la prende a ridere e si sofferma sugli effetti che il coronavirus ha avuto su di lui. Una doppia crisi, “fisica” e politica.
Luciana Littizzetto, a Che tempo che fa su Rai3, scherza con Fabio Fazio mostrando una foto del primo giuramento da ministro del leader di LeU: faccia distesa, sorridente, pelle rilassata, capelli scuri. Prende poi un’altra foto di qualche mese successiva e si vede la “devastazione”: occhio spento, sguardo stressato, aria grave, assorta e pure qualche ciuffo brizzolato. E, aggiungiamo noi, non è ancora finita per lui: visti i dossier pesantissimi con le chat tra Ranieri Guerra e Silvio Brusaferro andate in onda a Non è l’Arena sul caso del dossier Oms “censurato”.
La Littizzetto ci scherza: “Siamo tutti isterici – sembra dire conciliante la comica torinese-. Hai visto questi del mobilificio sardo che fanno la pubblicità ai loro mobili?”. Il video è noto sui social: cassettiere prese a calci e gente che salta sui tavoli per mostrarne la resistenza. “Che non venga mai in mente a un cliente di chiedere: ‘ma le sedie sono robuste?’, capace che Michele te ne spacca una sulla schiena come Bud Spencer”. Molto resistente pare invece la poltrona di Speranza, che si è aggiudicato – non si sa perché – la stima del premier Mario Draghi.
Poi non rinuncia a un po’ di volgarità. Non sia mai. Parlando dei vaccini, ha detto. “Puoi dare un nome, EMA, a un organismo che deve stabilire con certezza se un vaccino è sicuro o no? ‘Com’è?’ E …ma…”. La sua proposta è quella di rinominare anche i vaccini stessi. AstraZeneca, Pfizer, Johnson&Johnson: basta, generano sospetti e fraintendimenti. Propone: “Diamogli un nome carino… Non so tipo: Carla. Che ti sei fatto tu? Io mi sono fatto Carla“. Dovremmo ridere?
Poi cambia argomento e parla di catcalling: il volgare apprezzamento in pubblico che in realtà rappresenta una violenza verbale e psicologica sulle ragazze, denunciata qualche giorno fa da Aurora Ramazzotti. Una scusa con cui può dare sfogo al suo sproloquio un po’ sboccato e senza freni con cui legge dei commenti social: “Ma quanto devi essere disperato per comportarti così? Ma quanta poca gnocca come la chiami tu hai visto, nella tua superflua vita? Caro cretino. Fischiatore solitario. Smanettatore di walter su panchina. Vuvuzela fastidiosa, bavoso schifosone che mi gridi: Ciao zo***a! mentre in pantaloncini corro al parco. Cosa pensi? Ammesso che pensi? Se è un complimento, allora dillo alla tua fidanzata all’altare e vediamo come finisce il matrimonio. Prova quando il prete dice: vuoi tu… Mimmo Catrama… prendere in sposa …. e tu aggiungi Chi? questa vac***a? A vedere come la prende tuo suocero”. Insomma, da un argomento serio la Littizzetto sfocia sempre nel turpiloquio in diretta tv.
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