SCANDICCI. Quando su una parte del campo c’è l’Imoco non ci sono sorprese. Le pantere conquistano la finale scudetto, liquidando la pratica gara 2 a Scandicci con un altro 3-0.
Un match quasi fotocopia della gara al Palaverde, con la Savino Del Bene, più per demeriti delle pantere che per meriti propri, che riesce per un set a mettere in difficoltà Conegliano. Poi quando gli ingranaggi gialloblù tornano a girare, la partita torna a rispettare il copione; anche con una Egonu imprecisa in attacco, e con un gioco che solo a tratti rispetta le richieste di caoch Santarelli.
Il sestetto scelto è quello rodato: Wolosz e Egonu in diagonale, Fahr e De Kruijf al centro, Sylla e Hill a schiacciare e Gennaro libero. Anche Scandicci si presenta con lo stesso sestetto del Palaverde, ma con piglio, almeno all’inizio, totalmente diverso. Vale soprattutto per Stysiak che individua lo spazio davanti a Egonu e la mette a terra sfruttando la scarsa reattività dell’opposto azzurro, che sbaglia pure in attacco (5-5). Le imprecisioni di Conegliano consentono a Scandicci di mettere la testa avanti sul 9-7.
L’Imoco fatica a leggere il gioco di Malinov, e il muro non riesce a sporcare gli attacchi avversari. In attacco le percentuali si abbassano, ed ecco si spiega il più tre di Scandicci. Santarelli deve fermare tutto per mettere ordine sul taraflex, e ci riesce subito col muro. In un amen Conegliano si trova di nuovo avanti sul 15-17. Egonu è a tratti irriconoscibile, arriva a sei errori nel set consentendo a Scandicci di restare lì. Ma è sempre lei a mettere a terra quattro degli ultimi cinque punti che portano a Conegliano il primo set.
Negli ingranaggi dell’Imoco però si è infilata della polvere, e i meccanismi non girano alla perfezione nemmeno in avvio del secondo set. Il risultato è che nel palazzetto non si vede un gran volley, e il match resta in equilibrio. Hill è in versione “Signor Wolf, risolvo problemi”, e con Moki che si inventa un alzata impossibile per Sylla, porta l’Imoco avanti sull’8-11. Il solco si allarga con il tocco di seconda di Wolosz e gli errori di Scandicci in attacco che fanno scivolare il secondo set verso Conegliano.
Come al Palaverde non appena le pantere accelerano, le toscane affondano. L’ace di Fahr fa 12-20, un margine che consente alle gialloblù di perdere ritmo un’altra volta, prima dell’accelerata definitiva. La prima palla per il set arriva dall’errore al servizio di Lubian, le pantere si addormentano ancora sulla battuta di Malinov, e serve la fast di De Kruijf per fare due a zero.
Egonu continua con il suo cattivo rapporto con la partita, lasciando cadere qualche palla non irresistibile e prendendo anche un brutto muro in avvio del terzo parziale. De Gennaro si esibisce in uno dei suoi ormai tradizionali palleggi in bagher, che Sylla trasforma nel 4-7. La schiacciatrice siciliana è caldissima e ne mette altre due a terra di seguito. Il turno a servizio è sempre quello di Wolosz, che, anche in questo set, serve a scavare un solco tra le due squadre (5-10).
Barbolini ferma tutto e suggerisce alle sue di tirare verso la scritta “Savino” per trovare il mani fuori di Conegliano. Ma l’abbrivio del match non cambia, e le pantere mostrano la volontà di conquistare senza troppo fatica la finale scudetto. Scandicci non riesce ad evitare le mani a muro delle gialloblù, e il primo match point arriva con il video-check chiamato quasi per caso da Santarelli. Le telecamere mostrano il tocco a muro di Scandicci, che porta Conegliano sul 15-24. Il primo tempo di De Kruijf porta l’Imoco in finale scudetto.