Il direttore generale Carraro concentrato sulla fascia degli over 80. E sul personale ancora incerto: «Molti si stanno convincendo»
il punto
Calano i nuovi positivi nel territorio della Ulss 1 Dolomiti, sotto i cinquanta al giorno. È uno dei segnali più importanti di questa fase della pandemia. Ma resta il problema dell’approvvigionamento dei vaccini, che va a rilento. Si spera nell’arrivo di Pfeizer la prossima settimana e di Astrazeneca da metà mese in poi.
E intanto l’azienda sanitaria spinge per arrivare alla vaccinazione degli over 80, non senza problemi e disagi per persone così anziane che devono raggiungere i drive-in vaccinali. In quella fascia ormai il 35% dei bellunesi ha completato il ciclo vaccinale, il 75% ha avuto almeno la prima dose.
Il numero dei nuovi positivi sta lentamente diminuendo. «Siamo a una media di 40 nuovi casi al giorno», ha detto il direttore generale Maria Grazia Carraro nel punto stampa settimanale. Un migliaio gli attuali contagiati nel Bellunese, 1600 le persone in quarantena o isolamento. «Anche il dato sulla incidenza settimanale ogni centomila abitanti sta calando: in media siamo a 162». I ricoveri in ospedale sono stabili: sessanta persone nei reparti di area non critica, tredici in Terapia intensiva negli ospedali di Belluno e Feltre.
Il 5 per cento del personale dell’Ulss 1 Dolomiti finora non si è vaccinato, ma molti stanno chiedendo in questi giorni di avere il vaccino. «Efficaci sono stati gli incontri di informazione», spiega il direttore generale, «ma un ruolo lo ha avuto anche il Dpcm del primo aprile». Quello, cioè, in cui sono previste delle misure per chi tra il personale sanitario non vuole vaccinarsi: l’assegnazione a mansioni diverse da quelle svolte o la sospensione dallo stipendio. Questo ha convinto molti dei refrattari al vaccino (o di quelli titubanti) a superare le paure e le contrarietà.
La campagna vaccinale ha consentito di somministrare la prima dose di vaccino a 57mila bellunesi, numero piuttosto elevato rapportato agli abitanti. In Veneto il totale delle dosi somministrate ha superato il milione, 1.065.922, le prime dosi coprono il 16 per cento della popolazione, il sei per cento dei veneti ha completato il ciclo vaccinale.
Rimane la fascia over 80 quella che in questo momento impegna maggiormente l’azienda sanitaria. «La modalità con lettera di invito via posta si conclude domani», spiega la Carraro. «Nel frattempo abbiamo aperto le agende del Cup, ci sono stati gli accessi diretti ed è partito il portale. I medici di base ci stanno dando una grande mano con le vaccinazioni a domicilio per chi non si può spostare; ed ora hanno un ruolo anche i carabinieri». Il lavoro che viene svolto in questo fine settimana nei drive-in consentirà di fare il punto in modo preciso di quanti anziani oltre gli ottanta anni e di quanti bellunesi fragili non sono stati ancora vaccinati e di affinare la programmazione futura rivolta a loro, dando delle opzioni aggiuntive a chi non ha potuto presentarsi nelle convocazioni precedenti.
«Ci sono località dove si è arrivati a coprire l’80 per cento degli anziani, come in Comelico», ha aggiunto la Carraro. «Ci focalizzeremo ora sugli ambiti territoriali che hanno percentuali più basse». Nella prossima settimana arriveranno nuove forniture del vaccino Pfizer e per la seconda metà di aprile l’Ulss spera di riprendere sia le prime che le seconde dosi di Astrazeneca. —