Le dosi entro due settimane per i lavoratori che operano nell’installazione statunitense. Il via libera del comando dopo le autorizzazioni bilaterali: «È stato un iter molto complicato»
I militari del 31° Fighter wing di stanza ad Aviano erano stati vaccinati all’inizio di gennaio. Tra un paio di settimane il Moderna sarà inoculato anche ai 750 dipendenti civili italiani impiegati in Base. Il cronoprogramma, salvo complicazioni burocratiche, è stato definito nel corso di un incontro tra il comandante, generale Jason E. Bailey, i senior leader del 31° Fw e i coordinatori sindacali di Fisascat Cisl e Uiltucs.
Dopo due giorni di incontri a diversi livelli per affrontare le problematiche relative alle autorizzazioni per consentire al personale civile della Base di ricevere i vaccini (analogamente a Sigonella e Napoli), la situazione sembra essersi sbloccata «con la promessa dei vaccini statunitensi per i dipendenti italiani della Base in un futuro molto prossimo», fanno sapere i sindacalisti.
«Un ritardo inspiegabile – secondo Davide Fregona (Cisl) e Angelo Zaccaria (Uil) – che ci ha spinti a mobilitarci per riportare la normalità nella nostra installazione».
A gennaio era stato reso noto, anche attraverso i media, che il Governo americano avrebbe offerto dosi di Moderna anche ai dipendenti italiani di Aviano «per garantire loro la totale sicurezza sul posto di lavoro», non appena fossero state disponibili dosi di vaccino sufficienti e fossero stati definiti gli accordi legali tra Italia e Usa. Ma all’annuncio non erano seguiti i fatti «a causa della burocrazia», ovvero in attesa delle necessarie autorizzazioni dei rispettivi governi, attraverso il ministero degli esteri italiano.
Ad Aviano, inoltre, non erano pervenute dosi sufficienti a vaccinare tutti, militari e civili. Nel frattempo, mentre nella Base pedemontana la questione si era complicata in una selva di richieste di autorizzazioni e pareri legali da entrambe le parti, in altre installazioni militari iniziavano a vaccinare i dipendenti italiani.
«Una situazione insostenibile e inverosimile», hanno dichiarato i rappresentanti sindacali, che avevano manifestato la loro preoccupazione al comandante del 31° Figher wing.
All’indomani dell’Epifania, peraltro, lo squadrone di stanza ad Aviano aveva ricevuto la prima spedizione di vaccino Moderna contro il coronavirus, che in Italia, invece, sarebbe arrivata la settimana successiva. Il gruppo medico dello stormo statunitense e le agenzie di supporto avevano stabilito un piano di distribuzione localizzato e a livelli per la consegna sicura e rapida del vaccino. «La salute dei nostri aviatori, famiglie e comunità – aveva fatto sapere la Base – è una priorità assoluta».
Venerdì, dunque, l’incontro decisivo: «Abbiamo ricevuto assicurazioni ufficiali che ci rendono giustizia», hanno dichiarato i sindacalisti.
Il generale Bailey ha spiegato nel dettaglio le difficoltà burocratiche che impedivano l’attuazione di un piano di vaccinazione simile alle altre basi. Ed ha evidenziato, riferiscono i sindacati, «la forte determinazione e l’impegno suo e del suo staff per superare gli ostacoli e ottenere le forniture necessarie che hanno impedito alla Base di procedere con la somministrazione dei vaccini per tutti». Si è impegnato a ottenere le autorizzazioni la prossima settimana con l’obiettivo «di effettuare la prima vaccinazione dei dipendenti italiani con il vaccino statunitense entro due settimane». In attesa dell’inoculazione, il telelavoro, tra i 750 dipendenti civili italiani, dove possibile, «sarà mantenuto e incoraggiato».
La Base «rispetta tutti i protocolli e i regolamenti italiani per quanto riguarda la sicurezza del personale italiano e continuerà anche durante la somministrazione del vaccino».
© RIPRODUZIONE RISERVATA