Negli ultimi tempi diversi social, al fine di combattere violenze e discriminazioni di ogni genere, hanno intensificato i controlli sui contenuti pubblicati dagli utenti sulle proprie piattaforme. Si ricorderà, in particolare, lo scontro tra Facebook e l'ex presidente Usa, Donald Trump, con l'azienda di Palo Alto che è arrivata a mettere in atto la clamorosa sospensione dell'account del tycoon. Questa vicenda, come del resto molte altre accadute nei mesi scorsi, ha suscitato un dibattito tra chi vede in queste azioni una sorta di censura e altri che, invece, appoggiano le decisioni delle varie piattaforme. A volte capita che sui social si leggano cose orribili. Vero. Ma ci si domanda se sia gisuto che un social oscuri delle opinioni personali.
In Italia l'ultimo caso in ordine cronologico finito al centro dell'attenzione mediatica riguarda il quotidiano online sovranista il Primato Nazionale che si era vista chiudere momentaneamente la propria pagina Facebook senza alcun preavviso né motivazione. Ma questo non è l'unico esempio. Perché nel mirino della "sorveglianza" di Facebook è finita anche l'europarlamentare della Lega Francesca Donato. Quest'ultima, però, utilizzando lo stesso social non solo ha denunciato quanto le è accaduto ma ha anche annunciato di essere pronta ad una "battaglia" contro la piattaforma in nome della libertà.
"Vista la situazione, ho deciso di interrompere l'uso di questo canale per la mia comunicazione e di denunciare il problema al Parlamento Europeo", è l'inizio del post molto duro della Donato contro il social network di Mark Zuckerberg che nei giorni scorsi ha minacciato di sospensione il deputato europeo del Carroccio e limitato la distribuzione dei post della sua pagina. "I contenuti che ho pubblicato - spiega ancora l'esponente leghista - secondo i controllori del network, hanno 'violato ripetutamente gli standard della community', cioè dato elementi di riflessione di disturbo per la propaganda pervasiva in cui ci hanno immersi".
Nel mirino di Facebook sono finiti due post dell'europarlamentare leghista dedicati al Covid con interventi del biologo molecolare Enrico Galmozzi e del medico e ricercatore siciliano Bruno Cacopardo. La Donato spiega che un eurodeputato eletto dai cittadini non può subire "censure ideologiche arbitrarie da nessun privato, soprattutto per ragioni squisitamente politiche, e una piattaforma social non può improvvisamente e inopinatamente cambiare le proprie politiche in maniera di penalizzare così fortemente la libera informazione, specie dopo che molti soggetti hanno investito per anni in quello strumento".
L'europarlamentare così ha deciso di salutare i sui oltre cinquantamila "seguaci" su Facebook a favore del suo blog, e degli altri canali social. Ma la vicenda non terminerà con l'abbandono del social. Perché la stessa Donato ha già annunciato battaglia a Bruxelles: "Intendo rivendicare il mio diritto alla libertà di espressione e di pensiero, con ogni mezzo democratico e trasparente".