La casa multitasking è una potenziale polveriera con genitori che devono lavorare e al contempo gestire i figli, quelli in Dad certo ma anche i più piccoli che la didattica a distanza non ce l’hanno e rischiano d’essere abbandonati a se stessi. Che fare? Ce lo spiega la family coach, Roberta Cavallo
UDINE. A un anno dall’inizio della pandemia ci ritroviamo nuovamente chiusi in casa con i nostri figli. La sensazione del déjà-vù si accompagna a una stanchezza che nel primo lockdown non c’era. E, diciamolo, anche a un pizzico di insofferenza.
La sensazione di sorpresa che accompagnava lo stop di un anno fa stavolta non c’è, c’è però la Didattica a distanza (per i più grandi) che è un bene ma anche una complessità da gestire, perché non tutti i genitori sono a casa, non tutti possono lavorare in smart, non tutti hanno i congedi per gestire direttamente i propri figli.
E anche per chi li ha… diciamo la verità: non è una passeggiata. La casa multitasking è una potenziale polveriera con genitori che devono lavorare e al contempo gestire i figli, quelli in Dad certo ma anche i più piccoli che la didattica a distanza non ce l’hanno e rischiano d’essere abbandonati a se stessi, e poi gli orari che saltano, i pasti che slittano, i rapporti tra pari che vengono meno, i capricci, le continue richieste, le sgridate. Che fare? Lo abbiamo chiesto alla family coach, Roberta Cavallo.
Roberta, in Friuli Venezia Giulia come in molte altre regioni italiane i bambini sono tornati in Dad. Fine dei contatti tra pari, inizio dei salti mortali per mamma e papà…
«È senza dubbio un momento molto difficile per tutti, adulti e bambini. Tra i due, sicuramente quelli che possono fare qualcosa sono gli adulti. Anche se ci costa molta fatica, energie in più e tanta pazienza. È una situazione che ci richiede salti mortali e possiamo scegliere di farli, fosse anche solo per non doverci trovare a gestire conseguenze ben peggiori che riguardano la serenità dei nostri figli, la loro emotività, la loro partecipazione alla vita. Non va tutto bene ma possiamo farcela».
Come?
«Per quanto riguarda la Dad, è vero, ci coglie impreparati. Possiamo fare il possibile per scoprirne i lati positivi: possiamo conoscere meglio cosa stanno imparando i nostri figli, possiamo ricavare un pochino di tempo per divertirci con esperimenti di scienze da fare mettendo le mani in pasta dopo una mattinata passata al pc.
Se vediamo che i nostri bambini, indipendentemente dall’età, faticano a mantenere l’attenzione, aiutiamoli, restiamo nei paraggi, facciamoci vedere interessati (se anche noi siamo coinvolti, per loro è più facile ricordarsi di stare attenti invece di perdersi nei loro pensieri), e se proprio serve, all’inizio possiamo anche sederci con loro e dargli una mano a organizzarsi o a capire come gestire al meglio questo modo diverso di fare scuola».
E i piccolissimi? I bimbi della scuola dell’infanzia, si ritrovano completamente isolati, senza nemmeno quel po’ di relazione che garantisce la didattica a distanza ai fratelli maggiori. Che consiglio dai alle famiglie per gestirli?
«Per fortuna i bambini più piccoli stanno bene se si sentono a loro agio e sicuri nel loro nucleo famigliare, se ricevono le attenzioni di cui hanno bisogno.
E possiamo avere cura di giocare con loro, di inventarci qualche attività entusiasmante da fare durante il giorno, che li faccia divertire e che li aiuti a imparare così come magari avveniva già durante i fine settimana. E poi nulla vieta, anzi lo suggerisco, di mantenere noi quei legami che la chiusura in casa vorrebbe interrompere».
Ad esempio?
«Possiamo organizzare chiamate agli amichetti, videochiamate per fare insieme una partita a carte, il tutto guidato da noi genitori. Possiamo far fare loro dei disegni che potranno poi scambiarsi o che possiamo spedire e far arrivare a casa, come se fosse uno scambio epistolare».
Tra genitori al lavoro (chi in ufficio, chi a casa in smart working), figli in Dad al Pc e i più piccoli lasciati alle “cure” della tv, il rischio è che in famiglia salti ogni tipo di organizzazione della giornata…
«Sì, l’organizzazione è sicuramente da rivedere, perché ci sono nuove priorità. Possiamo essere molto elastici, anche a costo di modificare abitudini e orari, anche a costo di tralasciare parte delle faccende domestiche, perché i bambini in questo momento hanno bisogno della nostra presenza attenta e coinvolta, hanno bisogno di sentirsi sostenuti, di vedere che abbiamo voglia di ascoltarli, stare con loro, giocare con loro, cucinare con loro, fare i compiti con loro se ne hanno bisogno, proprio per evitare di vederli attaccati ai dispositivi tecnologici tutto il giorno».
Le tante complessità da gestire possono far aumentare il livello di intolleranza dei genitori da un lato e l’oppositività dei figli dall’altro. Che fare?
«Abbiamo bisogno di creare in famiglia un clima gioioso e rilassato. Ci aiutiamo se con calma pensiamo ad organizzare per bene la settimana magari con una bella tabella scritta, se pensiamo per tempo a varie attività divertenti che possiamo fare in casa con loro (lavoretti, esperimenti, ricette in cucina, una caccia al tesoro in casa, ecc.) e se cerchiamo noi per primi di guardare a quello che di buono possiamo fare vivendo momento per momento, senza affannarci troppo nonostante gli imprevisti. Una cosa alla volta…».
DIECI CONSIGLI PER MAMME E PAPÀ
1. Inventate qualche attività durante il giorno da fare con i più piccoli
2. Fate chiamate con gli amichetti per mantenere i legami
3. Interessatevi alle attività dei figli più grandi
4. Se serve, sedetevi con loro e dategli una mano a organizzare la Dad
5. Riorganizzate la giornata con elasticità, i bambini ora hanno bisogno della vostra presenza
6. State con loro, giocate con loro, cucinate con loro
7. Aiutateli nei compiti se ne hanno bisogno
8. Organizzate la settimana magari con una bella tabella scritta
9. Create in famiglia un clima gioioso e rilassato
10. Vivete questo momento come un regalo che vi aiuta a conoscere meglio i vostri figli e a rafforzare la relazione con loro
