Roma, nomine scomode. Travolta dalle polemiche, la compagna dell’assessore capitolino Lemmetti rassegna le dimissioni. Cosa era accaduto? Che con l’ultima infornata di nomine avvenuta mercoledì sera nella giunta pentastellata di Roma la fidanzata dell’assessore al Bilancio Silvia Di Manno aveva trovato anche lei un posto. E ben remunerato.
Non accanto a Lemmetti, ma nello staff di Luca Montuori. Per 23 mila euro, da qui a fine consiliatura, sarebbe dovuta diventare la segretaria politica dell’assessore all’Urbanistica. Il caso ha fatto divampare polemiche e critiche. E ha costretto Virginia Raggi a far fare un passo indietro a Silvia Di Manno, che ha rassegnato le dimissioni.
“Apprendiamo – dichiara in una nota Andrea De Priamo, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune – che la compagna dell’assessore al Bilancio di Roma Capitale ha rassegnato le dimissioni, dopo essere contrattualizzata nello staff dell’assessore Montuori. Certo, rimane il dubbio…che se Fratelli d’Italia non avesse denunciato la vicenda magari le dimissioni non sarebbero mai arrivate. Raggi che dice? E’ proprio sicura che non sapeva nulla? Sulle altre infornate della sua giunta non fa nessun commento? A Lemmetti diciamo che…dovrà accontentarsi di una ‘poltrona per due’”. Proprio le opposizioni sul piede di guerra avevano convinto la sindaca Raggi a chiedere un passo indietro su una nomina scomoda. Che avrebbe avuto ripercussioni anche nella prossima campagna elettorale.
La vicenda ricorda quella di Lorenza Fruci, neoassessore alla Cultura, che aveva nominato, come suo capo staff, un suo fidato amico e collaboratore, Massimiliano Capo. Così intimo da essersi dichiarato più volte – tra lo scherzo e la performance – suo marito. E l’amico, in questo caso, avrebbe davvero trovato un tesoro: uno stipendio annuo pari a 90mila euro. Operazione che non è andata in porto per non far deflagrare le polemiche. Anche se è ormai chiaro che dove governano i 5Stelle la parentopoli è in agguato…
Va ricordato poi che lo stesso Gianni Lemmetti era stato al centro di un acceso dibattito sulle spese sostenute per i suoi viaggi. In due anni le «spese vettura» e le «spese trasporti» dell’assessore al Bilancio di Roma sono costate ai cittadini 20mila euro. Non male per uno chiamato a mettere in ordine i conti della Capitale da un sindaco che, da sempre, fa del taglio degli sprechi e delle auto blu una bandiera.
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